rassegna stampa roma

Missione a Mosca, Di Francesco prova a battere i gufi

LaPresse

Il posto dell'allenatore della Roma è ambito e in Russia cercherà di scacciare le voci sui suoi possibili successori

Redazione

La corriera stravagante della Roma, arrivata a Mosca, in quella singolare e insolitamente quieta oasi della Champions League, dimensione diversa e parallela, ha imbarcato calciatori col sorriso e non particolarmente costernati o depressi, un Di Francesco dall’occhio accigliato, un Totti in veste di santo protettore, parecchi bauli di rimorsi, incomprensioni, schemi sballati, tradimenti, terzini e centravanti smarriti, progetti fasulli, chiacchiere, tanta fatuità e un bel po’ di velenucci col mondo esterno. E forse pure, da qualche parte, un paio di trespoli da gufo.

Il posto dell’allenatore della Roma - scrive Bocca su "La Repubblica" - è ambito, per tanti motivi. Perché Roma è comunque una bella piazza, soldi per quanti se ne brucino insensatamente ce ne sono tanti, perché la Roma se la passa male e non vince nulla ormai da 10 anni. Tutto questo ne fa un’occasione unica e preziosa, quasi ideale. Basterebbe infatti egoisticamente poco per vincere qualcosa, riaccendere il nucleo ormai freddo e quasi del tutto spento del pianeta giallorosso, e diventare così l’uomo del miracolo. Per questo ha sollevato un certo dispetto e imbarazzo l’improvvida uscita di Paulo Sousa, già apparso sabato scorso in tribuna per l’1-1 di Fiorentina-Roma, e il cui nome finora era rimasto sotto traccia.

La gufata nel calcio è anche legittima, ma che almeno la si faccia con circospezione. E non si manchi eccessivamente di rispetto al buon Eusebio Di Francesco, cui tutto si può dire, ma non di non aver messo tutto se stesso in questa avventura. E il rimorso e il bruciore di stomaco per questa imbarazzante involuzione della Roma è soprattutto il suo. Che si frusta e si contorce e va avanti col suo tremebondo governo di fiducia in fiducia, aspettando che per miracolo Fazio e Manolas smettano di prendere gol, il desaparecido Dzeko riprenda a farne, qualcuno si mostri degno di prendere il posto di De Rossi quando serve, e che l’allegra nidiata di talenti - Ünder, Kluivert, Karsdorp, Luca Pellegrini, Cristante, Zaniolo & C - si smalizi presto nel mestiere, si faccia carogna e diventi meno farfallona. In Champions League, contro il Cska e nel prestigioso stadio Luzhniki, resta l’unico prezioso, vitale, spazio di quiete.