rassegna stampa roma

Marino: “Guai a tradire il patto con i costruttori”

L'ex sindaco della Capitale ha ribadito la correttezza della scelta di concedere il pubblico interesse al progetto stadio della Roma

Redazione

Caro direttore, il dibattito intorno allo Stadio della Roma ha prodotto un fiume di parole confuse, per cui è necessario ripartire dai fatti. La delibera della mia Giunta, votata in Assemblea Capitolina il 22 dicembre 2014, dichiarò il pubblico interesse all’opera, condizionandolo anche alle opere connesse all’impianto sportivo e utili alla qualità della vita delle romane e dei romani. In particolare venne previsto: il potenziamento del trasporto pubblico su ferro a servizio dell’area di Tor di Valle e della città (58 milioni di euro), l’adeguamento di via Ostiense/via del Mare fino allo svincolo con il Grande Raccordo Anulare (38,6 milioni di euro), il collegamento con l’autostrada Roma Fiumicino attraverso un nuovo ponte sul Tevere (93,7 milioni di euro), l’intervento di mitigazione del rischio idraulico e di messa in sicurezza dell’area (10 milioni di euro). La delibera recita testuale: "(…) il mancato rispetto delle su esposte condizioni necessarie, anche solo di una, comporta decadenza ex tunc del pubblico interesse qui dichiarato e dei presupposti per il rilascio degli atti di assenso di Roma Capitale e della Regione Lazio, risoluzione della convenzione, con conseguente caducazione dei titoli e assensi che dovessero essere stati medio tempore rilasciati”. Quindi, se si cancellano le opere pubbliche bisogna riscrivere una nuova delibera. Molti gridano alla speculazione senza aver letto le carte. Le torri di Daniel Libenskid, ad esempio, hanno una forza non solo architettonica, ma saranno in grado di attrarre grandi gruppi internazionali, creando migliaia di posti di lavoro e sostenibilità economica al progetto. Poi si è lanciato l'allarme per le inondazioni cui sarebbe sottoposta l'area dello stadio. In realtà, però, il rischio esondazione esiste ma interessa un'area esterna - Decima - a Tor di Valle dove già vivono molti cittadini. Nessuno si era occupato di loro e il fatto che il progetto dello stadio approvato dalla mia Giunta preveda la messa in sicurezza del fosso rendendo più sicura la vita di quei cittadini, è un fatto, ma lo si omette. Ora l'amministrazione Raggi ha davanti un bivio: o porta avanti il progetto originario con il massimo rigore e serietà nel presidiare il pubblico interesse preteso dalla mia Giunta o, se decide di cambiarlo, deve illustrare quali sono gli ulteriori vantaggi pubblici e concreti per la vita dei cittadini del nuovo indirizzo.

(I. Marino)