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Manfridi: “Porto a teatro quella notte con i Reds, un gioiello della memoria”

Parla lo scrittore e attore romanista, che ieri ha riproposto la sua pièce "Roma-Liverpool 1-1"

Redazione

Giuseppe Manfridi, scrittore, attore, romanista, la sua pièceRoma-Liverpool 1-1”, uno degli elementi del progetto “Diecipartite”, riproposta ieri alla Sala Umberto, suona quasi come un tentativo di esorcismo, scrive Enrico Sisti su "Repubblica". "Per me è una sovrapposizione di età. Ho messo insieme il Giuseppe che assisteva a quella partita 34 anni fa e il Giuseppe che otto anni fa, per lavorare al progetto, rivede o meglio vede la partita per la prima volta in televisione con un vhs. E allora scopro cose mai viste o rimosse come un fuorigioco di Conti che non c’era, un gol mangiato da Graziani. E ripenso a me che ero lì, in quel video. Sono anche andato contro tante premure individuali, di chi ha sempre detto “non mi parlare di quella partita!”. Invece per me quella partita è sempre stata qualcos’altro".

E questo qualcos’altro cos’è?

«Un gioiello della memoria, graffiato magari. Nel tempo anche io quella partita l’ho un po’ scansata. Ma mai abolita perché, come dico nello spettacolo, non si può abolire un kolossal dell’anima. È stato comunque il momento più alto raggiunto da noi tifosi giallorossi».

È come se quella partita avesse riassunto la vita di ognuno di noi, il pubblico e il privato.

«Avevo un sottotraccia personale legato al 30 maggio: volevo portare allo stadio una ragazza milanese, sofisticata, di cui ero molto innamorato, che per di più abitava in Via Turati, che è stata la sede del Milan sino a cinque anni fa, ed era tampinata da Rivera. Lei non verrà ma la sua presenza nel racconto è il contraltare privato e ironico di un’esperienza collettiva».

La pièce ha otto anni, ma quanto “pesa” riproporla adesso?

«È tutt’altra cosa. Mi viene da pensare che se avessimo fatto un altro gol a Liverpool avremmo composto lo stesso risultato dell’84: 5-3. E allora la partita di domani, in questa chiave trasognata, si sarebbe potuta vedere come un: “e adesso ripartiamo dal 5-3!”».