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rassegna stampa roma

Il video di Nainggolan e il calcio malato: così il linguaggio ultrà ha contagiato tutti

La Procura della Federcalcio valuta l’acquisizione del filmato per indagare sull’eventuale violazione dell’articolo 1, ovvero la slealtà sportiva

Redazione

La Roma non si scusa, la Juventus non s’indigna e a Nainggolan non importa nemmeno che quel video sia diventato pubblico. Ventiquattro ore dopo la loro diffusione, quei due minuti e mezzo di girato in cui il centrocampista della Roma dice «Odio la Juve» a un gruppetto di tifosi, evaporano come una bolla di sapone. Ma regalano un titolo alla settimana vissuta dal calcio italiano. Una settimana di auto incendiate, calciatori minacciati, guerriglie verbali tra ricchissimi a colpi di video e comunicati: quello del romanista è solo l’ultimo peccatuccio, un altro schiaffo alla sportività, scrivono Pinci e Sorrentino su "Repubblica". I tifosi sono insorti, quelli della Juventus, ma pure i romanisti per come è stato diffuso il filmato: “eroe” per questi, “rosicone” per gli altri, tutto utilissimo per alimentare l’odio che via social viaggia che è un piacere. In silenzio è rimasto invece il calcio. La Procura della Federcalcio, ieri, giudicava “non lesivo” il video con le parole del centrocampista della Roma: ma in via Campania si valuta l’acquisizione del filmato per indagare sull’eventuale violazione dell’articolo 1, la slealtà sportiva per capirci. A Trigoria Nainggolan dovrebbe cavarsela invece con una ramanzina: Spalletti lo raccontano non particolarmente indispettito dalla vicenda.

Il club invece si è riservato di ricordare ai giocatori che il mondo è cambiato, che i social network su cui vivono non servono solo a scambiarsi i “mi piace” e che anche dietro due chiacchiere scambiate con qualche tifoso si nasconde l’insidia di una registrazione. Insomma, che si è calciatori 24 ore al giorno. Ma parlare di responsabilità diventa sempre più difficile quando c’è di mezzo un pallone. E sempre più difficile è pure distinguere tra gli ultrà e tutti gli altri, amalgamati in un unico tono di grigio.