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Di Francesco, ultima fermata ma la Roma sarà a costo zero

LaPresse

Il tecnico si gioca il posto all’Olimpico, già pronti Blanc e Paulo Sousa Il mercato di gennaio tra prestiti e scambi. Bocciato Schick, l’azzardo: Zaniolo centravanti

Redazione

Le valigie per Boston sono già chiuse, ma solo stasera il ds Monchi saprà se prima di raggiungere il presidente Pallotta dovrà far posto al contratto di un nuovo allenatore, scrive Matteo Pinci su La Repubblica.

Per Di Francesco, il Genoa è una sliding door: se dovesse perdere ancora - sarebbe la quarta sconfitta nelle ultime sei uscite - la Roma non gli darebbe una nuova possibilità di dimostrare di avere in pugno la situazione. A Trigoria però sperano in una resurrezione che consenta di prendere altro tempo, per poi fare valutazioni approfondite a fine anno.

Anche perché di nomi convincenti ne restano pochi. Quelli proposti nei recenti summit lasciano dubbi aperti. Lopetegui e Sampaoli (ormai a un passo dal Santos) erano i più convincenti, ma catapultarli in un ambiente in crisi nera, senza esperienza alcuna del calcio italiano (e della lingua) sarebbe un azzardo. Gli italiani disponibili non entusiasmano, per usare un eufemismo. Le uniche alternative reali sono quindi gli “italianizzati”: Paulo Sousa, graditissimo al consulente Baldini, e Laurent Blanc, entrambi da ingaggiare per 6 mesi con rinnovo automatico in caso di qualificazione alla prossima Champions. Che in panchina si trovi uno di loro o ancora Di Francesco, l’unica rivoluzione possibile da qui a fine stagione per la Roma è a costo “zero”.

Per il mercato di gennaio, infatti, Monchi dovrà arrangiarsi a fare affari con budget nullo o quasi. Si cercano soprattutto calciatori in prestito: gratuito o con esborso minimo.

Di Francesco l’ultima fiche se la giocherà con il sistema che gli ha regalato la gioia più grande sulla panchina romanista: la difesa a tre con cui ad aprile schiantò il Barça, ora - con Zaniolo centravanti inedito al posto di un irritante Schick - dovrà superare il Genoa di Prandelli. I rossoblù furono fatali a Ranieri, contro di loro finì pure l’avventura di Spalletti: corsi e ricorsi, un nemico in più per Di Francesco.