rassegna stampa roma

Berdini diserta la giunta, la poltrona resta vuota

La sindaca Raggi continua a cercare un suo sostituto, ma Cellammare ha declinato l'offerta. I casting proseguono, ma si teme un nuovo effetto-Minenna

Redazione

Gli assessori, riuniti in sala delle Bandiere, hanno atteso fino all’ultimo istante. Per più di un’ora hanno fissato la postazione di Paolo Berdini. Poi si sono rassegnati: «Non arriverà». Nessuna mancanza di rispetto nei confronti della sindaca. Il “prof” della giunta ha soltanto deciso di prendere tempo. Di allontanarsi un fine settimana da Palazzo Senatorio per riprendere fiato. «Spero che oggi venga in giunta — commentava ieri, prima della riunione, l’assessore al Commercio Adriano Melonici sono delle sue delibere da discutere». I piani di zona, l’edilizia popolare. Senza contare il dossier sul nuovo stadio che la Roma e il costruttore Luca Parnasi vorrebbero realizzare a Tor di Valle. E che la sindaca toglierebbe volentieri dalle mani di chi l’ha definita «un’incapace», scrive D'Albergo su "Repubblica". I desideri, però, non sempre sono di facile realizzazione. Il primo tentativo di casting si è infatti concluso con un buco nell’acqua. Carlo Cellamare ha infatti declinato la proposta pentastellata: spiega di «non essere disponibile». E aggiunge: «Sono stato contattato, ma non ho incontrato Virginia Raggi. Spero che Paolo Berdini resti in giunta».

Un’idea condivisa dai 30 che ieri si sono riuniti in Campidoglio per sostenere l’assessore all’Urbanistica e la sua battaglia contro il business park che dovrebbe essere realizzato assieme al nuovo impianto del club giallorosso. Dopo la lettera inviata da 19 intellettuali in difesa dell’ingegnere finito ai margini del team Raggi, davanti alla Lupa Capitolina sono comparsi decine di bigliettini bianchi: «Berdini assessore». Un appello che, però, potrebbe cadere nel vuoto. Per l’inquilina del Campidoglio «la riserva sulle dimissioni non è ancora sciolta». E la caccia al successore è aperta. Non sarà Cellamare, neanche Emanuele Montini. Il vero rischio? Un nuovo effetto-Minenna. Dopo il suo addio, la ricerca del nuovo responsabile del bilancio durò un mese.