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rassegna stampa roma

Stadio della Roma: è caos M5S

Nel caos intorno alla nuova delibera effetto di smontaggio, dimezzamento cubature e rimontaggio del progetto, emerge che dei 120 milioni "privati" destinati a opere pubbliche, 45 li metteranno direttamente i romani

Redazione

Il punto di forza del progetto stadio è sempre stato il costo zero per le casse pubbliche. Sia nella delibera 132/2014 targata Marino sia nelle ripetute dichiarazioni della giunta M5S, i costi delle opere pubbliche sono sempre stati integralmente a carico del soggetto privato, cioè la Roma e Eurnova. Ma nel caos intorno alla nuova delibera effetto di smontaggio, dimezzamento cubature e rimontaggio del progetto, emerge che dei 120 milioni "privati" destinati a opere pubbliche, 45 li metteranno direttamente i romani. C’è infatti un passaggio nella nuova delibera su cui è opportuna un’attenta riflessione se messo in relazione alle planimetrie che circolano da due settimane in Campidoglio e che finiranno sul tavolo della nuova Conferenza dei servizi. "Il contributo relativo al costo di costruzione, stimato complessivamente in circa euro 45 milioni, verrà finalizzato al miglioramento dell’offerta e del servizio di trasporto pubblico su ferro attraverso il revamping/acquisto di treni o altri interventi sulla ferrovia Roma-Lido", come scrive Arzilli su Il Corriere della Sera.

Il costo di costruzione, sta sul progetto, è relativo all’area del parco fluviale. Nella delibera Marino non era stata fatta una stima precisa dei proventi come oneri per i proponenti, si parlava di una cifra intorno ai 60 milioni di euro. Soldi che la Roma e Parnasi erano tenuti a versare al Campidoglio e che l’amministrazione avrebbe investito nei Municipi al di fuori del quadrante di Tor di Valle, per opere necessarie che infatti saranno comunque fatte. In più, infatti, era stato previsto un contributo extra di 50 milioni e rotti da destinare al ferro. Contributo che nella nuova delibera è sparito. Così nel dimezzare il progetto, l’incasso da costo di costruzione, cioè soldi che sarebbero in ogni caso spettati al Comune, è stato dirottato a mo di contributo per la Roma-Lido. Col risultato che dei circa 110 milioni previsti tra tassa sul parco fluviale e contributo Roma-Lido, ne restano 45 tutti destinati al ferro. Con buona pace delle opere da fare che adesso i romani dovranno pagare di tasca propria. Forse c’è anche questo nella posizione critica che è costata la sospensione dal M5S a Cristina Grancio: "Sono stata sospesa per aver espresso in commissione perplessità finanziario-giuridiche e sollecitato chiarimenti sullo stadio della Roma", ha scritto su Facebook la grillina, contraria al progetto insieme ad altri 4/5 consiglieri di maggioranza. "Il mio non voto non è contro lo stadio, e neppure dissenso politico. Il mio non voto è la difesa degli interessi dei cittadini. Ho chiesto in commissione e continuerò a chiedere che si faccia subito chiarezza su alcune questioni. Agli amici pentastellati dico: o avete le idee confuse, oppure siete in malafede".