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Roma, sullo stadio ora frena anche Raggi

Beppe Grillo ha fissato per domani un blitz romano per mettere a tacere le polemiche interne al M5S

Redazione

Un ostacolo in più sul cammino per la realizzazione dello stadio della Roma. Il vincolo sull’ippodromo di Tor di Valle mette a rischio tutto l'iter, come riporta Il Corriere della Sera. Per il Campidoglio M5S, dopo gli scossoni interni e l’uscita dalla giunta dell’assessore anti stadio Paolo Berdini, il vincolo della Soprintendenza può sortire un doppio effetto se sarà confermato dopo i 120 giorni di istruttoria: il no all’opera di Tor di Valle senza responsabilità diretta nello stop e la pace con la base che da tempo è in subbuglio sulla questione.

Della vicenda ieri hanno parlato anche il ministro dello Sport Luca Lotti, seccato per l’ennesima grana sull’iter del progetto proposta da Roma, Luca Parnasi e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che avrebbe risposto di non avere alcun potere sulle Soprintendenze. Intanto i proponenti, che hanno ottanta giorni a disposizione per opporsi al vincolo, imbastiscono il ricorso al Tar per due precedenti pareri positivi portati dal ministero del Beni culturali nella conferenza dei servizi, la soprintendente Margherita Eichberg spiega perché è partita la procedura di vincolo sull’ippodromo. «Il valore – dice – risiede nella sua audacia costruttiva, nella perfezione di struttura sportiva. È un’opera di architettura importante, in cemento armato, con un maggiore sbalzo realizzato dall’architetto Julio Lafuente. Nella conferenza dei servizi preliminare del 2014 è stato esaminato uno studio di fattibilità, un progetto di larghissima massima e il tema della demolizione della tribuna veniva sorvolato. Dopo due anni abbiamo approfondito l’istruttoria. La conferenza dei servizi si esprimerà (il 3 marzo a meno di proroghe, ndr ) sul progetto presentato dalla società: se ci saranno ipotesi di riconfigurazione di quel progetto si dovrà ripartire su un progetto alternativo da redigere e consegnare».