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Roma-Juve, un tempo nemiche: tra vendette e voglia di rivincita

Sul campo basterà un punto ad entrambe, ma per i tifosi non sarà mai una sfida come le altre. E Nainggolan già a Cagliari aveva suonato la carica

Redazione

Avversarie sul campo, ma non più a livello societario. Domenica sera la Roma e la Juventus devono centrare aritmeticamente i rispettivi obiettivi: la qualificazione alla prossima Champions per i giallorossi, il settimo scudetto consecutivo per i bianconeri. La rivalità sportiva, riporta "Il Corriere della Sera", resta accesa e sono molti i tifosi giallorossi che sperano che la formazione di Di Francesco rovini la festa a quella di Allegri. E se in questa stagione è saltato il duello scudetto che aveva caratterizzato gli ultimi campionati, per colpa soprattutto della Roma che ha perso terreno strada facendo e ha lasciato il ruolo di antagonista al Napoli, l’appuntamento è solo rimandato al prossimo anno. Quella con i bianconeri sarà una gara dai significati particolari per molti giallorossi: da De Rossi, che giocherà probabilmente per l’ultima volta contro il suo ex compagno di Nazionale, Gigi Buffon, a Schick, in ballottaggio con Cengiz per una maglia da titolare e che la scorsa estate è stato prima comprato e poi scaricato dalla Juventus. Avrà molti occhi addosso anche Lorenzo Pellegrini, spesso accostato ai bianconeri negli ultimi mesi. Sicuramente non sarà una gara come tutte le altre per Radja Nainggolan, che già pochi secondi dopo il fischio finale a Cagliari, prometteva di "giocare per l’onore". Lui alla Juventus non è mai voluto andare, e non ha mai fatto niente per nascondere l’antipatia (reciproca) verso una tifoseria che di sicuro non ha mai digerito i suoi rifiuti.