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Ranieri, l’appello ai tifosi: “Da solo non ce la faccio”

LaPresse

Il tecnico: "La Roma ha bisogno di amore per arrivare in Champions"

Redazione

"Da solo non ce la faccio a portare la Roma in Champions League, sono sincero. Chiedo aiuto ai tifosi: se loro ci soffiano dietro, tutto può accadere. Con loro dalla nostra parte mi sento più sicuro". Saranno almeno in 30mila stasera all’Olimpico (20.30), per il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma. Non sono pochi, ma la domanda è: che pubblico sarà? Comprensivo o spietato? Applaudirà il tecnico e fischierà i giocatori o darà retta alla richiesta del tecnico? "Capisco il momento negativo, ma io arrivo da fuori e vi dico che la Champions è lì davanti, è molto vicina. Le prossime due partite saranno importantissime. E lo sarà il nostro pubblico. I tifosi devono capire che la squadra è in difficoltà e che proprio per questo deve sentirsi benvoluta" scrive Valdiserri su Il Corriere della Sera.

Ranieri, nella prima conferenza stampa, ha detto di dover lavorare prima di tutto sull’aspetto psicologico. Nelle poche oreadisposizione ha visto una squadra fisicamente molto provata e con il morale sotto i tacchi. Il tempo a disposizione, però, è poco e bisogna reagire subito. "Giocare in casa con la paura è brutto. Chiedo ai tifosi questo lasciapassare: stateci vicino, abbiamo bisogno di voi. Però i ragazzi devono meritarsi l’appoggio del pubblico. Voglio vedere gente che ara il campo, che sprizza determinazione. I tifosi accettano anche l’errore, ma prima vogliono vedere una squadra che muore sul campo. Per gli errori passati ha pagato Di Francesco, adesso devono rispondere i calciatori". Il ritorno a Roma è stato benedetto anche da Francesco Totti: "Ho visto il suo nome sul telefono e poi mi ha chiesto: mister, dove sta? Poi abbiamo continuato a parlare. Non ho sentito Eusebio, capisco l’amarezza di chi viene esonerato. Ho fatto un tifo spaventoso per lui. Ha commesso degli errori? Li facciamo tutti. Sul contratto dico solo che ho perso più quando sono andato via (si dimise il 20 febbraio 2011, dopo GenoaRoma 4-3; ndr) che ora che sono tornato. Non mi importa, perché non sono tornato per soldi, ma per la maglia".