rassegna stampa roma

Parnasi e Lanzalone, così “ammorbidivano” politici e funzionari

Dalle carte dell’indagine sull’impianto sportivo della Roma emerge l’assedio al Campidoglio del costruttore proprietario dei terreni perspianare la strada al progetto

Redazione

Rischi d’impresa distribuendo finanziamenti illeciti, politici in cerca di continui sponsor, dirigenti pubblici che si (auto) propongono come intermediari per il privato di turno. Il mondo di Luca Parnasi e Luca Lanzalone ruota attorno ad alcune certezze, scrive Ilaria Sacchettoni sul Corriere della Sera.

La prima è che la politica sia addomesticabile tramite infiltrazioni di denaro a patto di conoscere uomini e meccanismi.  Così vanno lette — oltre alle operazioni di finanziamento di Lega e Pd — anche singole iniziative. Sponsorizzazioni ad hoc per realizzare lo stadio della Roma. "Santori? Lo aiuterei", "Sto aiutando in maniera molto traversale" dice, intercettato, Giulio Mangosi, collaboratore di Parnasi.

Dalle relazioni investigative emerge la riconversione dell’ex numero uno dell’Urbanistica Errico Stravato (indagato per altre vicende legate alle tangenti distribuite da Sergio Scarpellini): "Stravato — si legge — sta progettando con la società Gesvim a lui riconducibile alcune opere connesse alla realizzazione del nuovo stadio della Roma, ponendosi quale anello di congiunzione tra uomini politici e funzionari pubblici" per ottenere provvedimenti favorevoli alle imprese di Parnasi. Un ruolo, secondo i pm, sarebbe stato assegnato anche al soprintendente Francesco Prosperetti che avrebbe rimosso un vincolo sull’area in cambio di favori al suo amico e datore di lavoro di sua figlia, l’architetto Paolo Desideri.

Le intercettazioni rilevano anche un altro episodio. Prosperetti che ha acquistato un immobile a Cortina progetta di utilizzarlo come residenza per le vacanze e al figlio che eccepisce sulla destinazione d’uso — l’immobile è accatastato come magazzino — il soprintendente risponde con semplicità "che non vengono fatti controlli".