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Muro Sorrentino, la Roma rallenta

I giallorossi al Bentegodi contro il Chievo lasciano altre briciole del sogno scudetto

Redazione

Non tutti i turnover riescono con il buco, soprattutto quando dall’altra parte c’è un portiere che fa i miracoli. La Roma lascia altre briciole del sogno scudetto al Bentegodi, contro il Chievo, che aveva già fermato sullo 0-0 il Napoli. È il secondo pareggio consecutivo in trasferta.

Come riporta l'edizione odierna de "Il Corriere della Sera", c’era molta attesa per il debutto di Schick dal primo minuto. Di Francesco ha scelto di metterlo al posto di Dzeko, bisognoso di riposo, ma l’esperimento ha funzionato poco. Schick non è una boa, gli servono compagni vicini con il quali dialogare palla a terra. Ha fatto di più e di meglio quando, nella ripresa, ha giocato insieme al bosniaco, prima spostato sulla fascia destra e poi accanto a Edin nel 4-2-4 finale. I 5 cambi rispetto al Qarabag (Bruno Peres/Florenzi, Juan Jesus/Manolas, Gonalons/De Rossi (squalificato), Gerson/Perotti e Schick/Dzeko) hanno dato freschezza ma poca qualità. Il Chievo si è soprattutto difeso, come è logico, ma aveva dovuto inventare il centrocampo per le assenze dei titolari Hetemaj e Castro.

A fine gara Di Francesco ha cercato un’analisi lucida ma un po’ parziale: "Ho visto la Roma che mi ero immaginato: più del 70% di possesso palla e tanti cross. È mancato solo il gol: bisogna essere più cinici, ma la prestazione mi rende felice. Problema Dzeko? Qualche gol in più da lui ce lo aspettiamo, però mancano anche quelli di altri giocatori". Tutto vero. Ma proprio per questo Gerson attaccante non è stata la scelta più azzeccata. La Roma ha la miglior difesa del campionato come Inter e Napoli (10 reti subite), ma ha segnato 8 gol meno dei partenopei e 6 meno dei nerazzurri. Numeri, non parole.

(L. Valdiserri)