rassegna stampa roma

I mal di testa: gli sfoghi di Allegri e Spalletti con i pensieri rivolti più al domani che al presente

Durante le rispettive conferenze stampa, i due tecnici hanno affrontato il discorso sul loro avvenire

Redazione

Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti, i due allenatori che hanno concluso il 2016 nel peggiore dei modi, sono pronti ad iniziare il nuovo anno cercando di scrollarsi di dosso gli ultimi deludenti risultati e scacciare via inquietanti ombre sul loro futuro. Il tecnico bianconero, dopo la Supercoppa gettata via contro il Milan, ha avuto tempo di redimersi e ora prepara al meglio la sfida dello Stadium contro il Bologna; mentre quello giallorosso dovrà affrontare la squadra che ha creato il maggior numero di problemi ai Campioni d'Italia in Serie A, il Genoa.

"La squadra deve dare il massimo per raggiungere il massimo obiettivo - ha dichiarato Spalletti in conferenza. Se non vinco devo dare il posto a qualcun altro, perché come dice la società qui c’è tutto per vincere". Tutto? Forse qualcosa manca, un sostituto di Salah per il momento ancora non si è visto dalle parti di Trigoria. "Abbiamo una squadra che per migliorarla bisogna investire delle somme che ora non possiamo investire. Ora ci stiamo dirigendo su Feghouli. Rincon alla Juve e Pavoletti al Napoli? Sono giocatori mirati, scelti. Rincon piaceva anche a noi".

L'ex Zenit San Pietroburgo ha poi rilasciato alcune dichiarazioni riguardanti il suo futuro e un suo possibile approdo a Vinovo"Se andrei alla Juve? Mi cogliete di sorpresa. Io però faccio questo di lavoro, sono un professionista, non vedo perché ci si mette solo la Juventus e basta, ci si poteva mettere anche la Fiorentina, l’Inter, il Milan, vado da tutte le parti ad allenare". A molti chilometri di distanza, Massimiliano Allegri ha prevenuto qualsiasi domanda sul suo avvenire: "Sto bene alla Juventus, sono contento di stare qui e spero di rimanere il più a lungo possibile". Lo sfogo dopo la sconfitta di Doha, evidentemente, non riguardava la possibilità di finire a sedersi su altre panchine: "Lo sfogo non c’entra niente col mio futuro, sono due cose completamente separate. È stato semplicemente lo sfogo di un allenatore che tiene in modo particolare al lavoro. E poi dopo tante volte, milioni di volte, in cui ho elogiato i ragazzi per quello che hanno fatto e per quello che stanno facendo, consentitemelo: noi dopo 35 minuti seri siamo usciti dalla partita, con una gestione sbagliata e per 85’ minuti siamo stati meno seri. E questo non va bene. Per cui mi sono molto arrabbiato, ma credo sia normale".

(Il Corriere della Sera)