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rassegna stampa roma

Domani deadline stadio ma Pallotta non ci sta

Domani sarà il giorno chiave per il futuro dello Stadio della Roma. E mentre Grillo boccia Tor di Valle Pallotta prospetta una catastrofe

Redazione

La deadline sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle è slittata a domani ma la tragedia è dietro l'angolo come confermato da Pallotta che ha risposto a Grillo così: «Ci aspettiamo un risultato decisamente positivo dall’incontro in programma. Se non ci fosse un esito positivo sarebbe catastrofico per il futuro della Roma, per il calcio italiano, per la Capitale e per i futuri affari in Italia». Queste parole lasciano intendere che senza stadio il numero uno giallorosso potrebbe anche andarsene. Catastrofico per la Serie A perché in futuro anche altri stranieri si guarderebbero bene dall'investire in Italia. Infine catastrofico per la Capitale perché una città in recessione non può rinunciare ad investimenti per un miliardo e 600 milioni, ma anche che i proponenti sono pronti a intentare una causa al Comune per un miliardo di euro. Non esiste neanche un'alternativa a sentire Parnasi e lo stesso Pallotta: «Dopo 5 anni di lavori su un progetto in stato avanzato di approvazione nel rispetto di leggi, regolamenti e delibere, non è in alcun modo ipotizzabile un sito alternativo. L’area è sicura dal punto di vista idrogeologico e il progetto, con investimenti totalmente privati, va a sanare il rischio idrogeologico presente nel quartiere limitrofo di Decima, ben al di fuori del sito dove verrà progettato lo stadio e dove abitano oltre 10mila romani». Il sindaco di Fiumicino Esterino Montino ha rilanciato l’hashstag #famostostadio offrendo la sua disponibilità. Ma i legami economici tra Unicredit, Parnasi e la Roma sono fortissimi e rendono quasi impossibile un’altra soluzione. Intanto l'Avvocato Luca Lanzalone studia un taglio consistente su cemento pubblico e privato con l’obiettivo di una riduzione dell’intero progetto che, dopo il siluro di Grillo, è destinato a cambiare comunque i connotati. Difficile però che i proponenti accettino un taglio tale perché verrebbero ridotti anche i rientri economici. Intanto Grillo incontra consiglieri e presidenti di municipio M5S. «Non capiscono che la fase dei meetup è finita come l’epoca dell’uno vale uno: ora le decisioni spettano ai portavoce», dice Paolo Mace, presidente del Municipio XVIII.

(A. Arzilli-L. Valdiserri)