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Capello: “Il calcio deve essere anche agonismo e in Italia stiamo perdendo questo aspetto”

L'ex tecnico di Milan, Roma, Juventus e Real Madrid ha analizzato la condizione del nostro calcio e delle tecnologie in campo

Redazione

Fabio Capello, tecnico della Roma scudettata nel 2001, ha parlato, alla fine dell'evento “Premio Football Leader 2016", della situazione inerente l'uso della tecnologia e della moviola in campo. Per farlo, ha utilizzato un ricordo proprio legato ai colori giallorossi.

"Racconto un aneddoto, Roma-Atalanta di qualche anno fa: parte una parola dalla panchina, l'arbitro Trentalange viene verso di me e mi caccia. Io dico che non ero stato io e che non avevo detto nulla, poi sono stato allontanato. Ho fatto opposizione tramite la giustizia sportiva, l'arbitro è stato interpellato successivamente e ha confermato che ero stato io. Mi sono beccato un turno di squalifica e otto mila euro di multa. Perché è accaduto così? Perché voi li obbligate a dire delle bugie. Vi chiedete perché in Italia ci sono tante simulazioni? Perché le premiate, un calciatore va a terra e viene premiato con un fallo a favore. Io vado in giro per il mondo, il calcio deve essere anche agonismo e in Italia stiamo perdendo questo aspetto. Moviola in campo? Un tecnico lavora un anno intero, poi viene punito da un errore arbitrale. Al Mondiale con l'Inghilterra sono andato a casa per un errore simile. Il calcio va sempre più veloce, però poi la tecnologia non viene applicata".

Una posizione netta, affinché non venga punito il lavoro degli altri allenatori che, come lui, potrebbero vedere andare in fumo parte del loro impegno per uno sciagurato errore arbitrale.