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Un anno di Spalletti 2.0: ecco i momenti clou tra gioie, delusioni e polemiche – FOTO

Dal volo a Miami, alle conferenze stampa, passando per la diatriba con Totti e la delusione Porto. Abbiamo scelto i 5 passi più significativi della seconda avventura del tecnico sulla panchina della Roma

Valerio Salviani

In un calcio sempre più dominato dal denaro, quasi ci si stupisce quando delle volte i sentimenti hanno la meglio. Il ritorno di Spalletti sulla panchina della Roma è stato prima di tutto un affare di cuore. I giallorossi che arrancavano e affondavano con un allenatore ormai arrivato alla fine del suo percorso, avevano bisogno di una scossa per rinascere. Quella chiamata, un po' tardiva, alla fine è arrivata. Il volo a Miami, un paio di giorni per convincere Pallotta che sì, Luciano è quello giusto e via di corsa a Roma nel suo ufficio di Trigoria. L'ufficialità arriva il 14 gennaio. Lo Spalletti 2.0 incide da subito grazie alle sue armi migliori: la comunicazione esterna, muscolare, per farsi apprezzare all'interno, e il suo gioco in campo. Le sue conferenze sono degli eventi, le sue frasi diventano must. “Uomini forti destini forti, uomini deboli destini deboli. Non c'è altra strada” spiegava dopo un Roma-Samp riacciuffato allo scadere. Capace di spaccare la critica come nessuno, puntiglioso, permaloso, mai banale. Leader carismatico, o lo si ama o lo si odia.

 

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