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Udinese-Roma, trasferta vietata: società e tifosi al contrattacco

I giallorossi lavorano sotto traccia per smuovere la situazione. Chi aveva già preso il biglietto pronto a ricorrere alle vie legali

Valerio Salviani

La Roma non ci sta. È partito il contrattacco di società e tifosi, dopo la decisione del Casms di vietare la trasferta di Udine ai residenti nella Regione Lazio. La scelta del divieto è arrivata dopo le vicende di Verona, che hanno visto 21 fermi e altrettanti Daspo tra i supporters giallorossi.

LE MOTIVAZIONI - I Daspo agli autori dei tafferugli del Bentegodi sono il motivo principale che ha spinto la Roma a prendere una posizione corca il divieto. Non c’è motivo, infatti, di vietare la trasferta. I responsabili hanno pagato e non partiranno per Udine. Così facendo invece, si punirebbero persone che con i fatti di Verona non hanno nulla a che fare.

I TIFOSI - Sono tanti i tifosi che hanno già comprato i biglietti per partita e mezzi di trasporto (treni, aerei, etc.). Non è bastata la comunicazione ufficiale dell’Udinese Calcio, pronto a rimborsare il prezzo del biglietto, per placare gli animi. Molti di loro sono pronti a passare alle vie legali, cercando uno responso ufficiale al TAR. “È una decisione assurda” ci ha spiegato l’avvocato Contucci, che ha presentato al Prefetto una richiesta di accesso agli atti. “Il Casms ha deciso di intervenire per una trasferta che non ha mai avuto precedenti di alcun tipo. Anzi, le due tifoserie sono in ottimi rapporti. Chi ha pagato vuole delle risposte e delle spiegazioni che ci aspettiamo” le sue parole. Al momento la decisione resta sospesa. Il prefetto, che ha il potere di ignorare la disposizione del Casms, dovrà decidere nei prossimi giorni.