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Di Francesco: “Scelto per il mio calcio. Vorrei lavorare con Totti” – AUDIO – FOTO – VIDEO

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Le parole del nuovo tecnico della Roma nella conferenza di presentazione: "Voglio portare senso di appartenenza, umiltà, entusiasmo e concretezza. De Rossi è il mio punto di riferimento, Strootman capitano in campo"

Redazione

TRIGORIA, dall'inviato - Ieri l'ufficialità di EusebioDi Francesco come nuovo allenatore della Roma, oggi pomeriggio la conferenza stampa di presentazione nella sala Champions di Trigoria. Per Di Francesco si tratta di un ritorno nel centro sportivo Fulvio Bernardini dopo le esperienze come giocatore e team manager ai tempi della prima era Spalletti.

Ecco le parole di Di Francesco nella conferenza stampa di presentazione:

Prende la parola il ds Monchi: “Buonasera. Grazie per essere venuti. Il motivo della conferenza ovviamente è la presentazione del nuovo allenatore della Roma Eusebio Di Francesco. Per la Roma in generale e per me in particolare è un giorno molto felice. Il ritorno a casa di uno dei nostri, di una persona che ha lavorato qui è un motivo di allegria per la Roma. Specialmente per me questa giornata è estremamente importante, perché una volta che Spalletti mi ha annunciato che aveva deciso di partire, il mio obiettivo era chiaro, ovvero che Eusebio fosse qui oggi. Sono molto contento. Vorrei ringraziarlo per essere con noi e per aver accettato la nostra proposta”.

Di Francesco: “Buongiorno a tutti. Prima di cominciare con le domande, mettendomi a vostra disposizione, vorrei ringraziare innanzitutto il presidente Pallotta, l'amministratore delegato Gandini, il dg Baldissoni e il ds Monchi per quest’opportunità. Per me è un’occasione unica e sono molto felice di raccoglierla. Con l'occasione vorrei salutare e ringraziare tutti coloro che mi sono stati accanto per 5 anni con il Sassuolo Calcio, a partire dai magazzinieri, i tifosi, il mio staff, i miei giocatori e tutti i direttori che ho avuto nei miei 5 anni, che sono stati veramente splendidi. Un ringraziamento particolare lo devo fare al dottor Squinzi per la fiucia, per la stima e per l’affetto che mi ha dato in questi anni. Quella del Sassuolo è una pagina di sport indelebile nel mio cuore”.

Da osservatore esterno, ma anche da avversario, che idea si è fatto della Roma di questi anni?

Secondo me è una squadra di profilo alto e molto competitiva con dei giocatori che definire interessanti è dir poco, e che ha avuto davanti, specialmente in campionato, una squadra fortissima come la Juve. Ma ha dimostrato comunque di essere una squadra di livello top.

La Roma l'anno scorso ha ritrovato il sostegno della Curva Sud solo nelle settimane finali del campionato. Lei conosce benissimo il pubblico della Roma, quanto può essere d'aiuto per la squadra avere da subito il calore del pubblico?

Avendolo vissuto in prima persona, è fondamentale. Credo che sia sempre stato il 12esimo in campo, mi auguro che lo sarà sempre e, anzi, sono convinto che lo sarà. Chi vive e chi veste questa maglia ha delle sensazioni uniche, e credo che la curva sia capace di trasmettere quel qualcosa in più di cui hanno bisogno tutti i calciatori. Quello che voglio portare, non solo come allenatore ma anche all'interno della mia squadra, è un grande senso di appartenenza a questa maglia.

Nella scorsa stagione la Roma ha fatto un campionato eccellente, ma per quanto riguarda le coppe, negli scontri diretti la Roma è stata largamente insufficiente. Che idea si è fatto di queste contraddizioni?

Più che essermi fatto un'idea, credo che ci dobbiamo preparare a lavorare sodo per poter cercare di ottenere maggiori successi in tutte le competizioni, perché questa società, questo ambiente e questa squadra richiedono tutto ciò. Io sono pronto a questa sfida, cercando di migliorare sotto tutti i punti di vista. La contraddizione sta anche nel fatto che l’anno scorso sono stati superati tanti record. Magari passa in secondo piano che l'anno scorso questa squadra è arrivata seconda con 87 punti, portando un giocatore a fare più di 30 gol nelle varie competizioni. Si vede che c'è stato un lavoro importante. Poi magari per raggiungere qualche traguardo dobbiamo fare qualcosa in più tutti insieme, e io sono qui per questo.

Visto che lei viene da una delle poche società italiane che ha uno stadio suo, quale valore aggiunto può essere uno stadio di proprietà? Che significato avrebbe in una città come Roma?

Un valore positivo all’ennesima potenza, perché avere uno stadio proprio permetterebbe anche di avere anche il tifoso più vicino. Io penso che sia il futuro del calcio, in generale, per rimanere nei top club europei. Credo che tutti quanti noi, compresa la società e i tifosi, saranno orgogliosi un domani di avere uno stadio. Sono convinto che ce l’avremo, e mi auguro di essere qui a festeggiarne l'apertura.

Domanda a Monchi: La Roma ha iniziato un percorso virtuoso di sistemazione dei conti del bilancio, sottolineato anche dall'UEFA. Anche in questa sessione di mercato ci si deve aspettare la vendita di titolari? Si parla di Ruediger e Salah. Sono possibili vendite?

Come ho già detto nella mia conferenza di presentazione, la Roma non ha intenzione di vendere calciatori, ma di costruire la miglior rosa possibile da affidare al mister per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. Salah e Ruediger? E’ vero che c’è interesse di un club inglese per Momo, è vero che c’è stata un’offerta, ma è anche vero che il prezzo lo fa la Roma. Decideremo a seconda delle circostanze se lo venderemo o meno. Per quanto riguarda Ruediger, ad oggi non ci sono trattative aperte. Ci sono zero possibilità che Ruediger possa andare via.

Spalletti nella sua presentazione all'Inter ha detto che il motivo per cui è andato via da Roma era Francesco Totti. Tra i suoi obiettivi per il prossimo anno c’è quello di lavorare con lui? Ha avuto modo di sentirlo in questi giorni?

Sì, la società ha parlato con Totti per quello che sarà il suo futuro da dirigente e a breve Francesco dovrà dare una risposta. E' ovvio che io ho un legame con lui in particolare e sarei molto contento di poterlo avere in un ruolo che sceglierà insieme alla proprietà, perché è abbastanza grande per poterlo fare, e di poter continuare a lavorare con lui, anche se in un’altra veste.

La Roma ha cambiato 8 allenatori negli ultimi 8 anni. Ha la percezione di essere arrivato in una città che ha fretta?

Io penso che nel calcio ci sia sempre fretta, sono consapevole di questo, però ho la serenità ed il desiderio solo di far bene e di concentrarmi sul campo e sul lavoro, perché penso che sia determinante. Poi sono convinto di poter trasmettere quelli che sono i valori e la conoscenza di questo ambiente che un pochino conosco, anche se magari può essere cambiato. Cercheremo di trasmettere quella che è la cosa più importante: entusiasmo. Io credo che trasmettere entusiasmo a tutto l’ambiente derivi dai nostri comportamenti, dal modo di porci, dalla capacità di essere vicini alla gente, dall'essere sinceri ma allo stesso tempo di fare risultati, perché sappiamo che sono alla base del calcio. Magari anche facendo divertire, che penso che sia anche il desiderio di tanta gente che viene allo stadio.

Lei che conosce molto bene quest'ambiente, è possibile che sia così difficile allenare a Roma per questo motivo? Oppure visto da fuori ci sono anche altre cause?

Tanti problemi non me li sto ponendo in questo momento, perché la cosa più importante, di cui abbiamo parlato con il direttore in questi giorni, è di cercare di creare grandissima compattezza. Compattezza significa lavorare tutti quanti insieme per un obiettivo comune, sapendo che durante questo cammino potranno esserci dei momenti facili e difficili. Quello che noi ci auguriamo è che sia un percorso più in discesa che in salita dal punto di vista dei risultati. Fa parte di questo lavoro, soprattutto sapendo che questo può essere un ambiente particolare, difficile, chiamatelo come volete. Io sono sereno nell’affrontare questa bellissima avventura.

Ha parlato con qualcuno dei suoi predecessori, per esempio con Zeman che è stato poco tempo fa alla Roma?

No, niente di particolare, né con Zeman, né con altre persone. Mi hanno augurato il meglio, perché ho tanti amici nel calcio. Tanti dicono che spesso nel calcio non ci sono amici, io ne ho tanti e sono contento di averli. Sono convinto che questa sarà un’esperienza che dal punto di vista dell'allenatore sarà totalmente diversa rispetto a quello che è stata l'esperienza da calciatore e da dirigente, ma questo potrebbe valere anche per qualsiasi altro ambiente. So che quello che devo trasmettere con il mio lavoro è consapevolezza e una grande, grandissima, e lo voglio sottolineare più volte, umiltà nel lavoro da trasmettere ai miei giocatori. Loro devono avere una grandissima disponibilità nei miei confronti e nei confronti di tutti quelli che lavorano per far diventare più grande questa Roma.

Circa un anno fa in un'intervista parlò di Berardi, dicendo che in Serie A potrebbe fare il titolare ovunque. E' tra le sue richieste?

Delle possibilità risponde sempre il direttore. Berardi è un ottimo calciatore, ribadisco quello che ho detto un anno fa, non un giorno fa o un mese fa. È un ragazzo che io ho visto crescere e che ha grandissimi mezzi. Questo non significa assolutamente che in questo momento sia un obiettivo della Roma. Parlo solo del giocatore a cui mi lega un'avventura splendida e che ritengo sia un giocatore di altissimo profilo.

E' un tecnico che concorda con la società tutti gli acquisti oppure si adatta in base a quello che la società le mette a disposizione?


Voleva chiedere se sono aziendalista o meno? Faceva prima. Al di là del discorso se sono aziendalista o no, prima di tutto le scelte che facciamo sono state condivise pienamente con il direttore. Come quella di Moreno, anche se ancora non ero stato annunciato. Poi io lavoro con questa società per poterla migliorare, e lavoro insieme al direttore per farla crescere. Le mie fortune sono quelle della società, non siamo due entità separate, voglio chiarire questo. Noi lavoriamo qua per il bene della Roma, e il bene della Roma penso che sia per tutti quanti, anche per quelli che stanno qua dentro. Ritengo che noi, insieme, cercheremo di mettere su una squadra molto forte. Vero direttore?

Risponde Monchi: “Vero!”.

Domanda a Monchi: Il futuro di Manolas e di Nainggolan?

Come ho già detto in precedenza, la Roma non è un supermercato, ma una squadra che ha l’obiettivo di lottare ai massimi livelli per il campionato e che rappresenterà, insieme ad altre squadre, l’Italia in Europa, partendo dal secondo posto e dalla volontà e l'orgoglio di lottare per i nostri obiettivi. Quindi dobbiamo mantenere e creare la migliore squadra possibile. Non esistono squadre che non vendono in assoluto. Lo ripeto: il problema non è vendere, ma comprare male. Se qualcuno esce, proveremo a sostituirlo adeguatamente. Non ci sono trattative aperte per nessun altro giocatore che non sia Salah.

Si è appena tolto l'etichetta dell'aziendalista, le chiedo se si vuole togliere anche quella del dogmatico. Lei è un allenatore che pensa ad un solo calcio che si fa sempre uguale o è pronto ad adattarsi a una realtà diversa con degli obiettivi diversi?

Sicuramente cambia tra allenare una squadra di provincia o una grande squadra. In generale l'aspetto tattico può diventare differente, perché si vanno a dominare le partite ed è quello che è un po' il mio pensiero calcistico. Come atteggiamento, anche se io ho allenato una squadra piccola come il Sassuolo, non ho mai avuto un atteggiamento remissivo con qualsiasi altra squadra. Allenando una squadra con maggiore potenzialità sicuramente il modo di fare calcio non cambierà: propositivo, cercando di fare sempre la partita. Poi le dinamiche di una gara possono cambiare anche in base all'avversario che si affronta. Si dice spesso che il mio calcio è solo verticalità: dipende sempre con chi si gioca, dove si gioca e le situazioni di gioco. Ora cercheremo di migliorare tutti in tutte quelle che saranno le varie gare, partendo da un sistema di gioco che è quello che riesco ad esprimere meglio: il 4-3-3, che a volte, durante la gara, sarà adattabile ad un 4-2-4 o 4-2-3-1, chiamatelo come volete voi. Questo schema si lega alle caratteristiche dei giocatori che scenderanno in campo.

Domanda a Monchi: Lei ieri ha comprato un giocatore di cui non si era mai parlato nei giorni precedenti. Ci possiamo aspettare, nei prossimi giorni, che ne arrivi un secondo?

Vi giuro che il mio obiettivo non è acquistare calciatori di cui voi non parlate. Come ho già detto, ci sono giocatori di cui si fa il nome che potrebbero essere nostri obiettivi. Come ha detto il mister, lavoreremo insieme e remare nella stessa direzione. Io già conosco perfettamente il profilo dei giocatori che il mister chiede. Sappiamo perfettamente in che reparti la squadra deve essere rafforzata, abbiamo parlato e condiviso alcuni nomi e situazioni. Alcune sono più avanzate di altre, ma ad essere sincero non credo ci saranno sorprese a breve termine.

Lo scorso anno Nainggolan da trequartista ha fatto 14 gol. Come lo vede nell'assetto tattico? Nel centrocampo ci sarà un ruolo per Pellegrini?

Pellegrini è un giocatore molto interessante per il quale sapete benissimo che la società sta lavorando. È un ragazzo che è un’ottima mezzala, ha fatto anche l'esordio in nazionale ed ha dimostrato tutte le sue qualità. Ha avuto un grandissimo percorso di crescita in questi due anni, ha fatto una crescita veramente impressionante. Per quanto riguarda Nainggolan, da mezzala può far benissimo 18 gol, perché il fatto che possa partire un po' più lateralmente in un sistema di gioco coordinato potrebbe facilitare ulteriormente i suoi inserimenti, con e senza palla. È un giocatore che ha delle qualità così importanti che il calcio lo può interpretare in qualsiasi sistema di gioco. Poi, come ho detto prima, ci sta anche l'intelligenza delle situazioni e bisogna capire quali sono i momenti in cui si può e si deve cambiare qualcosina. Non dico in sviluppo, ma in dinamica si può anche modificare l'assetto durante la gara, sapendo che ho dei giocatori che hanno determinate caratteristiche. Però voglio dire una cosa: io sono stato scelto perché ho un certo tipo di calcio ed è giusto così. Ed è giusto che io trasmetta ai miei calciatori il mio pensiero di calcio, questo è fondamentale.

Domanda per Monchi: Nelle trattative avviate che potrebbero chiudersi a breve c’è anche quella per un secondo portiere da affiancare ad Alisson?

Al momento la Roma ha tre portieri: Alisson, Skorupski e Lobont. Siamo coperti, siamo a posto così.

Ha sempre detto che per fare il 4-3-3 servono 6 attaccanti in una rosa. Questo pensiero lo ha ancora? La società si sta adoperando per questo?

Sicuramente si sta adoperando, è stata una delle prime cose di cui abbiamo parlato con il direttore sapendo che io spesso chiedo tantissimo e spremo un po' di più a livello fisico i due esterni e le mezzali. Per essere competitivi abbiamo necessità di avere più calciatori di qualità per poter competere in tutte e tre le competizioni.

Quale obiettivo centrato la renderebbe contento a fine stagione?

Non voglio fare proclami. Tutti quanti dobbiamo avere un profilo basso nel modo di fare e nell'atteggiamento. Prima ho parlato di grandissima umiltà nel lavoro. Da questo possiamo arrivare ad ottenere dei grandi risultati. Dove? Non lo so. Io so quali sono le speranze della gente e di tutti quanti noi, senza che sto a sottolinearlo. Viviamo di concretezza e di speranza. L'entusiasmo è alla base, non è tanto per dire. Quando si viene al campo per lavorare e attorno si vede un'atmosfera giusta, un coinvolgimento generale - e sta anche a noi renderlo così - abbiamo fatto già un grande passo avanti e ci toglieremo grandi soddisfazioni.

Domanda a Monchi: Di Francesco è uno degli allenatori più 'spagnoli' che ci sono in Italia. E' vero che si è innamorato di lui vedendo una partita contro il Bilbao? L'ha seguito per questo?

Di Eusebio mi sono sempre piaciute molte cose, non una partita in particolare ma il percorso che ha fatto. La mia ambizione è ed è sempre stata quella di conoscere il calcio internazionale. Ultimamente il Sassuolo ha fatto molto rumore, una squadra piccola - con tutto il rispetto - che è cresciuta moltissimo negli ultimi anni. Chiaramente quando si vede un percorso simile, poi uno inizia a guardare, a vedere cosa succede, come funziona. Non ho voluto Eusebio perché mi ricorda un tecnico spagnolo, ma perché mi piacciono molte cose che io voglio che l'allenatore della Roma incarni. Soprattutto la capacità di lavorare e di competere.

Florenzi: dove lo vede in campo per sfruttare al meglio le sue potenzialità?

Auguriamoci innanzitutto che guarisca presto. Questo è l'augurio che gli faccio, sperando di averlo già in ritiro a Pinzolo. E' un giocatore che uò fare tantissimi ruoli, specialmente sulla catena di destra, però io voglio lavorare nella specificità dei ruoli. E' un calciatore che ha grande qualità anche nell'attacco della porta, un ottimo tiro, e allo stesso tempo ha fatto benissimo anche il terzino. Ovviamente deve migliorare dal punto di vista difensivo visto che la Roma è sempre abituata ad attaccare, però è un giocatore che voglio allenare prima di identificarlo in un ruolo. Con la speranza che guarisca il prima possibile.

De Rossi ha rinnovato il suo contratto con la Roma. Quanto è importante per lei la sua permanenza? Ha già parlato con lui?

La prima persona che ho chiamato appena ho trovato l'accordo con la Roma è stato Daniele De Rossi. Ritorno al senso di appartenenza. Penso che in questo momento lui sia un po' l’emblema di questa Roma nell'atteggiamento e nel modo di fare. Mio figlio gioca nel Bologna ma è tifosissimo della Roma perché è cresciuto qui. Quando gli chiedono chi è stato il suo idolo, lui ha sempre detto Daniele De Rossi. Io condivido il perché. Anche quando è in panchina, se un suo compagno fa gol è sempre il primo ad esultare e ad abbracciarlo. Penso che quella sia un'immagine che tanti calciatori devono prendere come esempio. Al di là dell'aspetto tecnico-tattico che conosciamo bene, in questo momento credo sia il mio punto di riferimento, al di là se giochi titolare o meno. Tutti, sul campo e con il lavoro, meriteranno di giocare.

Ha fiducia in Peres?

Credo che tutti i giocatori della Roma abbiano delle qualità. Essendoci passato personalmente, dico che si possono avere difficoltà nel primo anno di approccio a una grande squadra, per poi maturare e crescere. Peres spesso è stato abituato a giocare a 5, ovviamente per giocare a 4 deve lavorare e migliorare, però dal punto di vista offensivo, da terzino ha delle qualità importanti che ha espresso più nel Torino che nella Roma. E' un giocatore che io tengo in grande considerazione e che avrò dal ritiro di Pinzolo. Come ho detto prima, voglio lavorare con questi ragazzi per valutarne le capacità di apprendimento e di crescita. Lui è uno di questi.

Domanda a Monchi: Peres sarà riscattato?

Il mister è stato chiaro. Conoscevo Bruno già ai tempi del Torino, mi è sempre piaciuto come giocatore. Ovviamente deve recuperare, deve tornare al livello di competitività che aveva espresso in maglia granata. Sono fiducioso che con il lavoro del mister riuscirà a farlo.

Strootman e Paredes sono due giocatori che per lei possono rispecchiare il profilo ideale per i centrocampista da inserire nel suo centrocampo oppure no?

Sicuramente sì. Paredes lo ritengo un centrocampista centrale nel 4-3-3, ovviamente giocando a due può fare uno dei due mediani. Mentre Strootman è un’ottima mezzala, l’ha dimostrato anche nella crescita che ha avuto nell'ultimo periodo, nei tempi di inserimento, nell'aver ritrovato anche quella condizione che l'aveva portato a giocare qui alla Roma. Dopo l'infortunio è tornato ad essere un giocatore trascinante, un po’ un capitano in campo. Ha le caratteristiche ideali per poter fare la mezzala.