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Strootman: “Ho scelto la Roma per Totti e De Rossi. Delusione più grande? La sconfitta col Porto”

Il centrocampista olandese analizza l'ultima stagione raccontando 10 momenti chiave: "Il gol nel derby è stato fantastico. Dzeko e Radja sono fondamentali per noi. Monchi vuole vincere: è musica per le nostre orecchie"

Redazione

A 20 giorni dalla fine del campionato, Kevin Strootman torna a parlare per dare un giudizio sulla stagione 2016/2017 della Roma. Intervistato da asroma.com, il centrocampista olandese ha raccontato i 10 momenti chiave dell'annata appena trascorsa. Ecco le sue dichiarazioni:

1) La delusione europea contro il Porto

La sconfitta con il Porto ha rappresentato una grande delusione per tutti noi. Quando lavori tutto l’anno – sebbene io non abbia giocato molto nella stagione 2015-16 – per raggiungere il terzo posto e qualificarti in Champions League, per poi buttare tutto all’aria in quel modo, con tre cartellini rossi in due partite… Dopo il primo tempo di Oporto avremmo dovuto essere in vantaggio per 2-0, 3-0, ma all’intervallo eravamo sopra solo di un gol e con un uomo in meno. È statauna grande delusione uscire ai preliminari, forse la più grande della stagione. Negli spogliatoi, dopo la partita, dovevamo semplicemente pensare ad andare avanti. Avevamo l’Europa League da giocare, senza dubbio una competizione molto importante. Si tratta pur sempre di un trofeo. Quando vinci devi pensare a quello che verrà, alla sfida successiva, lo stesso devi fare quando perdi".

"A livello individuale, ho iniziato la stagione con il piede giusto. Ma dopo quella batosta è stato difficile anche per me. Fisicamente stavo bene, ero in forma, ma giocare è diverso. Se non giochi per due anni, devi mettere moltissimi minuti nelle gambe per raggiungere il livello desiderato. Sia io sia la squadra avevamo bisogno di tempo per trovare il ritmo giusto. Basta pensare alla partita con il Cagliari: quando ho segnato il primo gol mi sono sentito benissimo perché eravamo sopra 2-0, ma poi abbiamo buttato la partita… non è stata una prova positiva”.

2) La spinta delle vittorie su Inter e Napoli

Quei due successi sono stati importanti, ma credo che lo spirito giusto l’avessimo trovato già nella stagione precedente. Perché avevamo inanellato una serie positiva di risultati, ottenuti anche contro le grandi squadre. Dopo la partita con il Cagliari ci siamo parlati e ci siamo detti: ‘Non possiamo andare aventi così, non possiamo pareggiare una partita del genere’. E questo ha cambiato un po’ le cose. Avevamo trovato lo slancio giusto nella stagione precedente e in questa volevamo continuare a raccogliere i frutti e a migliorare. Ed è chiaro che quando vinci contro squadre del calibro di Inter e Napoli provi ottime sensazioni, perché vedi che stai crescendo".

In questa stagione abbiamo spesso cambiato modulo per affrontare diverse tipologie di partita, difendendo a cinque o a quattro, ma il modo di pensare, l’atteggiamento con cui affrontavamo le gare, quello non è mai cambiato. E tutto questo ha avuto inizio la stagione precedente. Sapevamo che la partita di Napoli sarebbe stata molto difficile, ma se sei in fiducia e riesci a rimanere calmo e giocare al tuo livello, sei consapevole di poterli battere. Loro sono molto forti, ma non dovevamo temerli”.

3) Il gol nel Derby

È stato fantastico. Credo di aver letto che erano passati 900 giorni dalla mia ultima rete all’Olimpico. Ero reduce dall’infortunio, è stata una bella vittoria per me e per la squadra. Alcuni dei nostri tifosi non erano presenti, uno spicchio di stadio era vuoto, ma festeggiare con i nostri sostenitori è stato incredibile. Quando ho segnato, non me ne sono nemmeno reso conto. È stata una sensazione travolgente. Di solito non segno molto, quindi non penso in anticipo ‘Se segno, faccio questo o quest’altro…’. Ma dopo aver messo la palla in rete, considerando anche che la partita era stata molto equilibrata, sono corso subito verso i tifosi. Siamo stati leggermente superiori alla Lazio ma non abbiamo giocato così bene, non abbiamo creato molte occasioni. E segnare così, dal nulla, è stata una sensazione stupenda.

“Poi abbiamo vinto per 1-0 contro il Milan. Se sei in fiducia, se sai che non subirai reti, pensi subito ‘Va bene, segneremo sicuramente perché in squadra ci sono molti giocatori che sono in grado di farlo’. Ed è questa la fiducia di cui hai bisogno nelle partite importanti. Ma, ovviamente, bisogna fare i complimenti a Wojciech Szczesny. È molto importante per un portiere parare un rigore e poi vincere la partita per 1-0. Wojciech è stato fondamentale per noi. Ma bisogna riconoscere anche i meriti di Alisson, sono entrambi due ottimi portieri. In Europa League, Alisson ha fatto davvero un ottimo lavoro. Sia lui sia Wojciech sono due portieri che, essendo entrambi forti, si sono sempre spronati a vicenda per continuare a migliorare. Sono due portieri di altissimo livello e hanno entrambi disputato un’ottima stagione”.

4) La sconfitta in casa della Juventus

Non abbiamo neanche giocato così male in quella partita, ma loro hanno avuto un’occasione e hanno saputo sfruttarla. È questo il loro punto forte. Certo, noi le nostre occasioni le abbiamo avute, alcune da calcio d’angolo, ma la Juventus è una squadra davvero forte. Il punteggio finale è stato di 1-0… non è stata una bella partita, ma in campo c’era molta tensione. Se fossimo stati un po’ più fortunati avremmo potuto chiuderla sull’1-1, la classifica sarebbe stata diversa. Certo, è sempre brutto perdere 1-0 in quello stadio quando loro creano poco”.

5) L’inizio del 2017 e la vittoria per 4-0 in casa del Villarreal

Non siamo stati così superiori come il punteggio potrebbe far intendere, ma abbiamo saputo colpire al momento giusto. Edin ha disputato una grande partita: ha segnato una tripletta, avendo avuto nell’arco della gara più o meno quattro occasioni. Come squadra ci siamo comportati bene; loro in attacco sono molto forti ma siamo stati bravi a non concedere nemmeno un gol, cosa fondamentale in coppa. Forse il punteggio finale è stato fin troppo severo nei loro confronti".

Edin sapeva, sin dall’anno prima, di essere un giocatore importante – ma sono certo che sapesse di poter dare ancora di più in questa stagione. È un professionista esemplare, è sempre in palestra per cercare di migliorarsi. Dopo l’allenamento rimane a lavorare con gli allenatori, tirando da 5 e da 10 metri. Noi lo guardiamo e pensiamo ‘Questo è facile, lo sai già fare!’, ma lui vuole soltanto migliorare, diventare ancora più preciso. E quest’anno si è visto, anche per il modo in cui gioca, ma soprattutto per i gol segnati e per il ruolo fondamentale che riveste all’interno della squadra. Indipendentemente dall’avversario, è in grado di segnare quando meno te l’aspetti, anche nei momenti in cui la squadra non sta giocando bene. Questo aspetto è molto importante".

L’altro gol l’ha segnato Emerson. La sua stagione non ci ha sorpreso. Già lo scorso anno, durante gli allenamenti, si vedeva quanto fosse forte. Faceva cose con il pallone che nessun altro riusciva a fare, il modo in cui dribblava, il suo controllo di palla… è quasi un attaccante che sa difendere molto bene. Lo dimostrava in allenamento anche lo scorso anno, poi giocava una o due partite ma non riusciva a dimostrare il suo valore. E noi ci chiedevamo: ‘Qual è il problema? È nervoso?’. Ma quest’anno le cose sono cambiate, forse ha lavorato sull’aspetto mentale, e le sue prestazioni sono state estremamente positive.

6) San Siro giallorosso

Radja Nainggolan ha segnato una doppietta in quella partita. Ha giocato bene in molte altre partite, ma quando segni due gol come quelli, dei gol così importanti, a San Siro, è una cosa fantastica. Sai che puoi far giocare Radja dappertutto, lui farà a prescindere un’ottima prestazione. È molto importante per noi. All’intervallo ho dovuto fare l’intervista per la TV e il giornalista mi ha chiesto: ‘Radja ha segnato un gran gol…’ e io ho risposto: ‘Sì, spero ne segni un altro altrettanto bello nel secondo tempo!’. Ed è quello che ha fatto! La sua qualità è eccezionale. Lo vedi in allenamento, lo vedi in partita. Credo che abbia battuto il suo record personale di gol realizzati in stagione e per me, con il suo talento, potrebbe segnarne anche di più".

Più avanti, siamo tornati nello stesso stadio e abbiamo battuto anche il Milan. Per lunghi tratti della stagione, anche i rossoneri hanno lottato per le prime quattro posizioni e vincere contro di loro è stato senza dubbio un grande risultato. Sia l’Inter sia il Milan avevano vinto contro la Juve in casa, quindi le vittorie conquistate sono state davvero prestigiose".

Daniele De Rossi ha segnato l’ultimo gol contro il Milan. Per me è sempre stato fortissimo. Avevo giocato un po’ insieme a lui (prima dell’infortunio) e ora che ho giocato al suo fianco con continuità, posso dire che è davvero un grandissimo giocatore. In spogliatoio e in campo è uno dei capitani ed è sempre pronto a dare una mano. In campo dimostra tutta la sua intelligenza e tutta la sua passione. Lui e Totti sono stati due dei motivi che mi hanno fatto scegliere la Roma. Sono degli idoli, degli esempi per tutti. È fantastico poterci giocare assieme".

“Poi c’è Leo Paredes. Sappiamo che tutti in squadra sanno giocare a calcio. Lui l’ha dimostrato lo scorso anno, con la maglia dell’Empoli, dov’è migliorato molto. Quest’anno ha continuato a crescere e sono contento che sia stato convocato in nazionale, se lo merita davvero”.

7) Le eliminazioni da Europa League e Coppa Italia

Abbiamo guardato il video del secondo tempo a Lione moltissime volte, per analizzarlo, ed è stato incredibile che la partita sia andata in quel modo. Perché nel primo tempo abbiamo giocato bene e avremmo potuto essere sopra di due gol. Eravamo 2-1, dopo essere stati in svantaggio. E questo è più che positivo in una trasferta europea, soprattutto per una squadra italiana, che tutti si aspettano che giochi solo per difendersi. Anche dopo il 2-2, forse c’è stata la sensazione che fossimo più forti e che avremmo potuto salire nuovamente in cattedra e vincere la partita. E forse abbiamo sprecato troppe energie per segnare e riuscire poi a difendere il risultato… e la partita ci è sfuggita di mano. Si è trattato di qualcosa di inaccettabile per noi, in quanto giocatori professionisti della Roma. Giocare un primo tempo in quel modo e poi farci scappare la partita dalle mani nella ripresa... non eravamo più noi. Certo, loro sono una grande squadra, ma l’amarezza resta".

Prima della gara di ritorno contro il Lione, sapevamo di potercela fare. Sapevamo che, anche se avessimo subito un gol, avremmo potuto comunque passare il turno, eravamo in fiducia. Con la Lazio invece, il 2-0 dell’andata complicava le cose per via dei gol in trasferta. Bisognava essere pazienti ma in campo si ha la sensazione di dover segnare subito, quindi abbiamo concesso molti spazi. E dopo il loro gol, sapevamo che era quasi impossibile. Non è certo bello perdere contro la Lazio in semifinale se sei un giocatore della Roma”.

8) L’arrivo di Monchi e le grandi ambizioni del Club

La scelta di Monchi di venire qui a Roma è senz’altro un fatto positivo. Perché sarebbe potuto andare a lavorare in molti altri club, ma ha deciso di venire qui. Quindi è stata brava anche la Roma a convincerlo. Questo dimostra l’ambizione di tutti. Dimostra che la società vuole migliorare e lo sta facendo e noi sappiamo quanto Monchi voglia vincere".

Quando è arrivato ha parlato con tutti i giocatori. Ovviamente ha parlato anche davanti al gruppo, raccontandoci chi era e dicendoci qual era il suo obiettivo. Credo sarà una figura molto importante all’interno della società. Il modo in cui parla, i traguardi che ha raggiunto, i trofei vinti e i giocatori che ha acquistato – un biglietto da visita di tutto rispetto. Nelle interviste che ha rilasciato ha fatto capire che vuole vincere e questa è musica per le nostre orecchie”.

9) La vittoria sulla Juventus e il duello con il Napoli

E la Juventus non festeggia lo Scudetto sul nostro campo! Pensi anche a queste cose, che riescono a darti qualche motivazione in più, sebbene non sia necessario quando affronti la Juve. È stata una vittoria importante, anche perché siamo riusciti a restare davanti al Napoli. Siamo andati in svantaggio, quindi la partita avrebbe potuto seguire il copione dell’andata. Ma è stata una grande prova di squadra, credo una delle migliori della stagione – sebbene io non abbia giocato! – e sicuramente una delle più importanti. Certo, si è detto che loro avessero la testa alla finale di Coppa Italia o a quella di Champions League… ma abbiamo ottenuto un grande risultato, questo è l’importante. C’era lo stadio pieno e questo aiuta molto: se sei sotto 1-0 e hai tutto lo stadio che ti incita, è impossibile mollare! Vorresti che lo stadio fosse così ogni settimana, fa tutta la differenza del mondo”.

10) Il saluto finale a Francesco Totti

“Ovunque tu vada, si parla sempre di Totti. Se parli con qualcuno della Roma, il discorso vira sempre su Totti. Quello che ha creato in 25 anni di Roma e in 19 da capitano è qualcosa di incredibile. Il fatto che abbia giocato fino a pochi giorni fa dimostra tutta la sua professionalità. Se pensi a Roma, pensi a Totti. Potersi allenare con lui, giocarci assieme, condividere lo spogliatoio… è un esempio per tutti. Ogni giorno si scrive e si parla di lui, ma se lo merita. Per 25 anni ha fatto cose sensazionali. Alcuni sono fortunati se ne giocano 8 o 10, di anni!".

“Tutti volevano essere allo stadio per l’occasione, il che dimostra cosa rappresenti Totti per la Roma. C’erano un sacco di persone che mi chiamavano, che mi scrivevano… tutti volevano un biglietto. Solo per quella partita, solo per lui. Questo dimostra cos’ha fatto Totti per Roma e la riconoscenza che gli si deve per aver creato tutto questo. È qualcosa di speciale, una storia che sarò fiero di raccontare in futuro”.