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Stadio Roma, tra il M5S scoppia il ‘caso’ Grancio. Duro botta e risposta con Ferrara

Presentate sue interrogazioni indirizzate alla sindaca Raggi e agli assessori competenti sul progetto Tor di Valle, firmate dalla consigliera del Movimento

Redazione

In Campidoglio scoppia il 'caso' di Cristina Grancio, la consigliera M5S già finita nei mesi scorsi nel 'mirino' per le sue posizioni critiche sul progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle. Come riportato da Adnkronos, oggi un nuovo capitolo della 'frattura' con la maggioranza si è aperto dopo la notizia della presentazione di due interrogazioni, indirizzate alla sindaca di Roma Virginia Raggi e agli assessori competenti, presso gli uffici dell'Assemblea Capitolina sul progetto del nuovo impianto sportivo del club giallorosso, firmate dalla stessa Grancio con il consigliere di Sinistra per Roma Stefano Fassina.

A certificare la 'rottura' con i suoi colleghi sono le dichiarazioni del capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara: "E' sua facoltà e sua prerogativa presentare un'interrogazione, sarà valutata senza problema. Poi se interrogasse anche se stessa sul suo futuro sarebbe anche meglio...". Non si è fatta attendere la risposta di Grancio: "Io so molto bene di cosa faccio parte, dell'associazione M5S del 2009, quella che mi ha eletto - ha replicato la consigliera 'dissidente' all'Adnkronos - immagino che loro siano tutti passati nella nuova associazione nata il 20 dicembre 2017, quella di Di Maio, visto che mi hanno di nuovo eliminato dalla chat comune e ne hanno fatta una in cui si chiamano 'gruppo nuovo statuto'. Io sono rimasta nell'associazione che mi eletto".

Dalla parte della consigliera 'anti-stadio' si è schierato Stefano Fassina: "Sullo stadio per la Roma, sono gravi le minacce politiche di Paolo Ferrara, capogruppo M5S in Campidoglio, alla consigliera Cristina Grancio componente del suo gruppo. Invece di prospettare ritorsioni, affronti insieme alla sindaca Raggi il nodo politico: sullo stadio per la Roma, sono loro non la consigliera Grancio ad aver radicalmente contraddetto le promesse elettorali".