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Stadio Roma, Pacciani: “Progetto in revisione. Entro giugno la delibera in Assemblea” – FOTO

Oggi seduta della commissione Trasparenza. L'ingegnere del dipartimento Urbanistica: "Il progetto dei proponenti tiene già conto del vincolo. Non è escluso che scavando non si facciano ritrovamenti archeologici"

Jacopo Aliprandi

VIA DEL TRITONE, dall'inviato - Nuova giornata importante per il futuro stadio della Roma. A Via del Tritone, infatti, si è appena conclusa una seduta della commissione capitolina Trasparenza dedicata alle problematiche relative all'impianto giallorosso. Nel corso della seduta è intervenuto anche Fabio Pacciani, direttore della direzione Pianificazione generale del dipartimento Urbanistica. Ecco le sue parole:

"Vi posso aggiornare su quella che è stata l’evoluzione in termini di successivi atti amministrativi e su quelle che sono le attività in corso con il proponente successivamente alla delibera di Giunta e alla chiusura della conferenza dei servizi deliberata dalla giunta regionale poco prima di Pasqua. Partendo appunto dalla delibera di Giunta del 30 marzo. Di fatto si sono formalizzati per la prima volta gli accordi scaturiti dalla richiesta dell’amministrazione capitolina nel ridurre le volumetrie dell’intervento privato e introdurre criteri di progettazione edilizia volti ai massimi standard qualitativi in termini energetici per la parte dell’edificazione privata. Nonché estendere gli interventi di riqualificazione della viabilità con particolare riferimento all’unificazione delle due strade, Via Ostiense e Via del mare, per portarle al così detto nodo Marconi. Con questa delibera è stata avviata una fase di revisione del progetto volta al recepimento dei nuovi indirizzi dell’amministrazione. Nuovi indirizzi che dovranno concretizzarsi in un ulteriore passaggio fondamentale che è costituito da una delibera di assemblea capitolina di dichiarazione dell’interesse pubblico dell’intervento. Questa è l’attività oggi in corso. Il proponente, Eurnova, sta revisionando le sue progettazioni in accordo alle indicazioni che le sono state date attraverso la delibera di giunta al fine di consentire una valutazione da parte dell’amministrazione capitolina che poi sfoci nella delibera d’assemblea di dichiarazione dell’interesse pubblico. In questo frangente si è inserita la conferenza dei servizi che invece era centrata sul progetto originario e che si è chiusa con esito negativo rinviando alle controdeduzioni del proponente in merito al procedimento di istituzione del vincolo architettonico sull’ippodromo di Tor di Valle. I proponenti hanno 80 giorni da febbraio per le controdeduzioni e poi partiranno i 120 giorni da parte della Soprintendenza: fino ad allora, comunque, l'area va considerata vincolata. Il progetto che i proponenti stanno realizzando dovrebbero già starne tenendo conto.

Quella di Tor di Valle è una zona poco sensibile, ma non è escluso che scavando non si facciano ritrovamenti archeologici. Dalla delibera di Giunta abbiamo avuto 90 giorni ed entro fine giugno dovremmo arrivare alla conclusione che consentirà all'assemblea di esporsi sull'interesse pubblico. I tempi sono questi. Bisognerà studiare con precisione le tempistiche per arrivare al 30 giugno per dare all'assemblea la possibilità di deliberare.

La delibera di Giunta del 30 marzo ha fatto proprie le indicazioni dell'ordine del giorno dell'Assemblea formalizzando di fatto per la prima volta gli accordi scaturiti dalla richiesta dell'amministrazione capitolina di ridurre le volumetrie della superficie utile lorda dell'intervento privato e introdurre criteri di progettazione edilizia volti ai massimi standard qualitativi per la parte dell'edificazione privata, quindi terziario e commerciale, nonché estendere gli interventi di riqualificazione della viabilità con l'unificazione di due strade, Ostiense e via del Mare, per portarle al nodo Marconi, unendole dall'intersezione con il Grande raccordo anulare a Marconi e non fino all'altezza di Tor di Valle come proponeva Eurnova".

Successivamente ha preso la parola anche la consigliera M5S Monica Montella: "Ereditiamo una delibera che viene dal passato, quando non si sono mai posti i problemi di vincolo architettonico e idrogeologico che sono usciti improvvisamente dopo. Tutto questo però andrebbe fatto prima di un progetto, tra l'altro un progetto molto consistente in termini sia di fondi privati che pubblici in termini di oneri su opere pubbliche". Polemica Italia Nostra: "L'archeologia preventiva è indefettibile, quello accaduto con la metro C ci fa capire che il progetto è infattibile se non si ottiene prima il nulla osta della Soprintendenza".