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Serra (ex Prefetto): “Bisogna togliere le barriere dall’Olimpico”

L'ex numero uno della prefettura romana ha le idee chiare sul tema stadio: "Sono ormai anni che non succede nulla all'interno dell'impianto"

Redazione

Achille Serra, ex Prefetto di Roma in tempi molto più delicati di questi, è intervenuto come ospite a ReteSport, parlando delle barriere all'interno dell'Olimpico e dei cambiamenti avvenuti nel tifo negli ultimi anni. Così Serra:

L’avvenimento del Tre Fontane ha suscitato molte attenzioni, si poteva organizzare meglio?

"Questo non posso giudicarlo perché non conosco i problemi della questura in questo momento. Posso dire che il referendum c’è in tutte le città, anche nelle altre città ci sono partite importanti".

Sul tema delle barriere?

"Quand'ero Prefetto ordinai le parti pedonali nello Stadio, le corsie delle scale dove nessuno doveva sedersi. Poi è venuto fuori questo fatto delle barriere. Quello che posso dire oggi è che ormai sono anni che all’interno dello stadio non avviene nulla. Fuori ancora c’è qualche scaramuccia, anche se ogni cosa che succede a Roma ha un rilievo nazionale, di cui ne parlano i politici. Ritornando alle barriere io penso che sia arrivato il momento di rivalutare questa situazione. Sono sicuro che per il derby non accadrà nulla dentro lo stadio e spero che poi la Questura prenda atto che all’interno dello stadio sono ormai anni che non succede niente".

I tifosi della Roma non si ritrovano nei vari discorsi sulle barriere, che idea si è fatto in merito alle motivazioni che spesso creano il problema?

"Le motivazioni non devono essere fantasiose ma chiare, credo che si arrivato il momento di togliere queste barrire, così da migliorare l’ambiente. I romanisti prenderebbero atto di questa situazione e sono sicuro che anche senza barrire continuerebbero a comportarsi in maniera corretta come ormai fanno da anni. Altrimenti credo che si vada incontro ad altre tensioni. Il compito delle istituzioni è quello di svelenire il clima e non di aggravare le tensioni. E’ giunto il tempo di ritornare al passato, togliendo queste barriere, svelenando il clima e riportare i tifosi allo stadio".

Sulle parole del capo del Gabinetto Masucci?

"Io sono d’accordo con Alfano, credo che è una cosa che deve decidere la Prefettura e non la Questua. Sono d'accordo con le società, con gran parte della stampa, con il Presidente del Coni, sono d’accordo con tutti, perché mi pare ci sia l’unanimità su questo argomento. Io ho detto chiaramente quello che penso, bisogna togliere le barrire poiché è anni che non succede più nulla".

Lei è stato prefetto in una situazione diversa ed esagitata, c’è stata una maturazione del tifo?

"Non so dire se c’è stata una maturazione del tifoso, ma posso dire che c’è stata una maturazione all’interno dello stadio. Fuori dallo stadio non completamente perché io ero a Bergamo e c’è sempre quella frangia minore di tifo che fa il male al tifo della Roma e di chi vuole tornare in curva in maniera pacifica".

La certezza della pena, unita ad un discorso nuovo sui nuovi impianti, è davvero la ricetta migliore?

"In Inghilterra non c’è la polizia ma gli stewart, che sono però professionisti e non improvvisati come in italia. Quando viene prelevato il violento viene portato davanti ad un magistrato che opera all’interno dello stadio che lo può condannare. A differenza di quanto accaduto ad esempio in quel famoso Lazio-Roma del 2004, dove quelli che furono arrestati venero rilasciati dopo 48 ore. Così diventa difficile per le forze dell’ordine. Uno dei miei sogni sarebbe un’immediatezza della pena ed un processo".

Parlando di Roma?

"La Roma è molto sfortunata, poiché in questo ciclo di partite fondamentali la squadra ha subito questa serie di infortuni, da Paredes fino a Salah. Ritengo però che i giocatori abbiano una forte volontà di vincere, quello che non riesco a capire è l’aspetto psicologico: non capisco perché negli ultimi venti minuti ci si rintana dentro la propria metà campo e si comincia a tremare".