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Savorani: “Grande disponibilità dai nuovi arrivati. In un portiere mi colpisce la sua serenità”

LaPresse

Parla il preparatore dei portieri della Roma: "L’allenamento è dura, bisogna sempre toccare tutti i fondamentali del ruolo. Rispetto a prima, il portiere calcia molto di più e bisogna allenare anche questo"

Redazione

Dopo la seduta del mattino, Marco Savorani, preparatore dei portieri della Roma, è intervenuto ai microfoni della tv giallorossa. Ecco le sue dichiarazioni:

Che impressione ha avuto dai ragazzi con cui sta lavorando in questa prima settimana di lavoro?

Hanno dato subito grande disponibilità, soprattutto i nuovi arrivati. Si sono messi a disposizione al 100%, stanno accettando le proposte di allenamento e si stanno impegnando moltissimo. Greco e Cardinali hanno ulteriormente confermato che dobbiamo cercare di costruire portieri in casa.

C’è differenza di allenamento tra un portiere navigato e esperto come Alisson e uno giovane come Fuzato?

Quando sono arrivato qui 4 anni fa, abbiamo introdotto una metodologia di lavoro con linee guida per tutti. I portieri hanno ben chiaro quello che bisogna fare. Questa stessa metodologia è stata portata anche ai grandi, quando sono passato in prima squadra, quindi con Szczesny, Alisson, Skorupski, Lobont… La metodologia di lavoro è la stessa. Può cambiare l’intensità del lavoro, ma il lavoro tecnico-tattico rimane invariato.

Gli allenamenti dei portieri iniziano sempre ad allenarsi prima degli altri e finiscono dopo. È una scelta sua o è così per tutti i portieri?


L’allenamento del portiere è duro, bisogna toccare tutti i fondamentali del ruolo. Ci può essere l’inizio di un discorso con un nuovo arrivato con cui bisogna fare correzioni, il tempo dell’allenamento può aumentare per questo. Man mano che si andrà avanti, il tempo diminuirà perché la qualità aumenterà. Viene affinato un po’ il tutto, quello che si richiede viene fatto subito. È questa la differenza.

L’allenamento è duro.

Bisogna toccare tutti i fondamentali e sono tanti, proprio perché quello del portiere è un ruolo tecnico per eccellenza. In una partita può capitare una parata come 10. Tutte vanno fatte perfettamente, quello ti porta ad alzare il livello della prestazione. È per questo che le sedute di allenamento si prolungano.

Cosa vede lei quando vede un portiere? Cosa la colpisce?


La serenità con cui affronta la gara, dal volto si vede. Poi la personalità che mette in gara. Quello che può balzare all’occhio è questo. Il giudizio sul portiere va dato nell’arco della stagione. Il portiere deve essere affidabile, deve garantire a fine anno un certo numero di punti per la squadra. In poche parole, deve fare la differenza.

Come è cambiato il ruolo del portiere negli ultimi anni? Com’è cambiato il lavoro dei preparatori?


Sono cambiate le regole del gioco più che la tecnica, che è una sola, quella che si usava 50 anni fa. Chiaramente si strutturano esercitazioni per far fronte a questo cambiamento di regole. Ma la tecnica del portiere è sempre la stessa. Come un pianista si esercita giornalmente, stessa cosa fa il portiere.

Ora un portiere usa più i piedi.


Sì, è più sollecitato rispetto a prima nel gioco con i piedi. Partecipa alla costruzione della manovra da dietro. Rispetto a prima, il portiere calcia molto di più e bisogna allenare anche questo.

Fare il preparatore dei portieri significa anche fare un lavoro fisico.


Sicuramente. L’aspetto fisico è notevole. Si continua a calciare nella giornata, si allenano più portieri. Tutti sono uguali e vengono trattati tutti alla stessa maniera, ognuno ha la sua razione di lavoro indipendentemente che sia il portiere della prima squadra o il giovane che si aggrega. Vengono consumate molte energie nervose, e anche noi ogni tanto andiamo dai fisioterapisti a farci dare una sistemata…

Un portiere deve essere sereno. Questo come si allena?


Quando si interagisce con i portieri durante l’allenamento è fondamentale. Quello che fa innalzare l’autostima di un portiere è il lavoro.

C'è tanto lavoro sulla reiterazione del gesto.

Viene fatto questo tipo di lavoro in cui il portiere, come un computer, tira fuori la soluzione. Poi ovviamente c'è sua bravura, e quella non si può dare. I portieri che giocano nella Roma hanno un talento incredibile. Però questo talento bisogna farlo esprimere al massimo.