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Sadiq, bordata a Gerrard: “Mi ha umiliato, mi cambiavo con i bambini. E deve ancora pagarmi…”

L'attaccante della Roma, ora in prestito al Perugia, torna sulla sua avventura ai Rangers di Glasgow: "Prima mi ha convinto ad andare in Scozia, poi è diventato un incubo. E non mi ha mai dato spiegazioni di persona, che delusione"

Redazione

Al Perugia sta provando a rilanciarsi, ma Umar Sadiq ha ancora qualche sassolino da togliersi. E il suo obiettivo non è di certo uno sconosciuto del mondo del calcio: si tratta di Steven Gerrard, bandiera del Liverpool e suo allenatore ai tempi del prestito ai Rangers di Glasgow da luglio a dicembre dello scorso anno. L'attaccante, ancora di proprietà della Roma, ha raccontato al Sunday Post alcuni retroscena dei suoi mesi da incubo in Scozia, a partire dagli inizi: "Gerrard si è dimostrato molto diverso da quello che credevo sarebbe stato. Inizialmente non sapevo nulla del loro interesse, se la stavano vedendo la Roma e i miei agenti. Quando il mio procuratore me ne ha parlato ho espresso dei dubbi, non ero sicuro che fosse la cosa giusta da fare. Poi fu lo stesso Steven Gerrard a convincermi: mi ha telefonato tre o quattro volte, complimentandosi con me e dicendomi che sarebbe stato al mio fianco e che mi avrebbe fatto crescere. Mi ha fatto sentire importante e mi ha convinto ad accettare". 

Tra tutti gli acquisti estivi di Gerrard, quello che non è andato giù a Sadiq è stato quello di Kyle Lafferty un mese dopo il suo trasferimento: "Quando sono arrivato, non ho avuto neanche il tempo di sistemarmi prima che arrivasse Lafferty: è stato in quel momento che sono iniziati i problemi e la situazione è degenerata in un incubo". Solo una presenza in Premiership scozzese prima che Gerrard lo mettesse fuori rosa"All'improvviso mi è stato detto che non potevo più usare lo spogliatoio della prima squadra. Mi dovevo cambiare con i bambini, poi qualche giorno dopo mi hanno anche vietato di parcheggiare l'auto all'interno del centro sportivo".

Una grande mortificazione per un giovane che cercava la strada per far decollare la sua carriera: "Mi sentivo umiliato e continuavo a chiedere quale fosse stato il motivo di questo cambio di atteggiamento, ma non ho mai ricevuto risposta. Neanche Gerrard ha dato spiegazioni, né a me né ai miei agenti. Ma non ho mai ricevuto alcuna risposta". Il motivo del contendere è diventato anche economico: "Una volta mi hanno multato di ventimila sterline per un mi piace su Instagram, è stato assurdo. E i Rangers non mi hanno nemmeno pagato: devo ancora avere il mio stipendio di dicembre...". 

Ora sta provando a rilanciarsi in Serie B al Perugia, dove ha segnato due gol in sette partite. Troppo presto però per cancellare l'incredibile avventura in Scozia: "Secondo me si sono comportati in modo irrispettoso nei miei confronti, sia come giocatore che come persona. Quando è finito tutto, Gerrard non ha avuto neanche il coraggio di parlarmi e dirmi in faccia cosa era successo. È stata una sorpresa enorme per me, non mi aspettavo un comportamento così" .