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Rüdiger: “Dal cambio allenatore le cose vanno bene, abbiamo ritrovato morale e mentalità vincente”

"Siamo sulla strada giusta. Da quando c'è stato l'avvicendamento del mister le cose stanno andando abbastanza bene, Spalletti sta facendo un ottimo lavoro, si vede anche in campo che siamo molto concentrati"

Redazione

Questa mattina il difensore giallorosso Antonio Rüdiger è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica "Roma Radio".

Come ti senti adesso? Sei arrivato infortunato, ora ti sei ripreso...

"Sono molto felice di essere qui. Si, ho avuto un inizio non facile, anche perchè era la prima volta che andavo a giocare in un altro Paese, ma ora mi sento a mio agio e a casa"

Contro il Frosinone i tifosi ti volevano in campo, ora sei diventato un loro beniamino...

"E' stata una bella sensazione, ringrazio i tifosi. Negli ultimi mesi la squadra non si è espressa al meglio delle proprie possibilità. E' stato un be segnale, una bellissima sensazione perchè vuol dire che la gente mi ha accettato ed è stato un bell'abbraccio del pubblico"

Qual è il tuo ruolo? Dove preferisci giocare?

"Io sarei un difensore centrale naturale, ma posso ricoprire un po' tutti i ruoli. L'importante è importare la squadra, dove e come è una decisione che spetta al mister. Pur essendo destro preferisco giocare a sinistra, perchè gioco meglio la palla in quella posizione". 

Le vittorie contro Frosinone e Sassuolo sono state molto importanti, avete la sensazione di essere sulla strada giusta?

"Si, credo che siamo sulla strada giusta. Da quando c'è stato l'avvicendamento del mister le cose stanno andando abbastanza bene, Spalletti sta facendo un ottimo lavoro, si vede anche in campo che siamo molto concentrati. Abbiamo giocato bene e vinto le ultime due partite, ma adesso dobbiamo vincere anche la partita di domenica altrimenti vanificheremmo gli ultimi due risultati. La partita più importante è sempre quella successiva, ma sono sicuro che con il morale ritrovato a la mentalità ritrovata possiamo farcela"

Ti senti più di Berlino, della Sierra Leone o di Roma?

"Porto dentro di me un po' di Berlino, della Sierra Leone e di Roma. Sono nato a Berlino da giocatori della Sierra Leone, per questo sono di colore, un po' insolito per un tedesco. Ma il mio cognome è tedesco, mentre invece il mio nome, Antonio, è italiano. Cosa ho preso della Sierra Leone? Quello che mi hanno dato i miei genitori. Se vuoi qualcosa nella vita devi lottare per ottenerlo. Sono un lottatore e per questo lotterò sempre. Sono stato l'ultima volta in Sierra Leone a 15 anni ma vorrei ritornarci per vedere con i miei occhi come va il Paese. Sento che è sulla strada giusta, in via di sviluppo ma è sempre meglio controllare di persona. E' un Paese in difficoltà e vorrei dare una mano anche se i problemi sono di una tale portata che serve l'aiuto e l'intervento di tutti. Eliminare una piaga come la fame nel mondo non può farcela da solo neanche Obama, figuriamoci io".

A chi ti ispiri come calciatore?

"A Jerome Boateng, ci ho giocato anche in Nazionale". 

Cosa fai a Roma nel tempo?

"Mi piace andare allo Zoo, perchè le tigre e i leoni sono i miei animali preferiti"