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Rosella Sensi: “La responsabilità di questo momento non è di Di Francesco. A Totti farei fare il d.t.”

LaPresse

L'ex presidente giallorosso: "Capello non voleva essere simpatico, voleva solo vincere. Samuel la cessione più dolorosa, non avrei voluto firmare"

Redazione

Un lungo viaggio dagli inizi fino all'attualità. Rosella Sensi, ex presidente della Roma, è stata ospite negli studi di Centro Suono Sport durante la trasmissione "Te la do io Tokyo". Ecco le sue dichiarazioni:

Su Prandelli.

È una persona molto educata, garbata e tranquilla. Ho un ricordo strano di quella stagione, mi dispiacque molto che se andò via. Non credo però che nulla succeda per caso, forse doveva andare così.

Un ritorno al passato, con gli inizi al fianco del papà Franco Sensi.

 I primi giocatori conosciuti sono stati Balbo e Lanna, c'era un clima di familiarità. Mazzone aveva una personalità fantastica, i giocatori erano quasi terrorizzati da lui.

Sulla scorta nel 2006.

"È una cosa davvero brutta che non auguro a nessuno, ringrazio quei ragazzi di quel periodo per avermi protetto.

Poi è arrivata la telefonata in diretta di Fabio Capello, che ha voluto salutare la sua ex presidente: "Fabio non voleva essere simpatico, voleva solo vincere. È meglio di Mourinho". 

Sulle trattative di mercato.

 Samuel è stata la cessione più dolorosa, è un ragazzo d'oro. Non volevo firmare col Real, non ce la facevo. Sapevo che da quel momento sarebbe cambiato qualcosa: c'era qualcosa in più in lui. Emerson? L'avevamo dato al Real, lui ha preferito andare alla Juventus e Baldini si è occupato della trattativa.

Capitolo Spalletti.

È uno che soffre molto interiormente. Non ho condiviso tante volte le sue scelte tecniche, in primis quella di Francesco (Totti, ndr). Però è un grandissimo professionista.

Baldini?

Credo che lui volesse avere un ruolo più importante di quello che aveva prima… Con Franco Sensi è diventato un uomo importante, anche se non gliel’ho mai sentito riconoscere.

La vicenda Kerimov?

Non c’era ostacolo da parte nostra, però a un certo punto son spariti.

Soros?

Oddio no, basta! Non ce la faccio più! Chi vuole creda quello che vuole…

Sawiris?

Se non parlo degli altri non devo parlare neanche di lui, ma ho un bellissimo ricordo, voleva comprare… non dico altro.

Come l’avete presa quando Spalletti andò a parlare con il Chelsea?

Io non gli dissi niente, ci hanno pensato due grandi dirigenti come Bruno Conti o Daniele Pradè. È stato meglio. Perdono ma non dimentico. Anche se si dice di no, nella stagione 2008-2009 Samuel Eto’o è stato vicino alla Roma.

Vinicio Fioranelli?

Vi racconto questo episodio, anche se io non parlo di queste cose. Eravamo consci di dover vendere, doveva solo arrivare una persona che fosse seria… Vi racconto questo episodio. Stavamo al mare io, Marco e mia figlia piccola. A un certo punto Totti chiamò Marco, e gli chiese cosa stesse succedendo. Marco gli disse che eravamo al mare e Francesco disse: “Ah ok, allora è una cavolata…”. Io non ho mai incontrato di persona Fioranelli. 

Sugli scudetti sfumati.

Ho sentito più vicino lo scudetto del 2008 rispetto a quello del 2010, anche se il secondo sarebbe stato molto più meritato. Avrebbe cambiato la storia della Roma. Mister Ranieri è stato un grande, in quell’anno, il più complicato della mia gestione, è stato determinante. Chi l’ha scelto? Io e Pradè.

Su Spalletti e Ranieri.

L’addio di Spalletti è stato complicato, io non gliel’ho quasi perdonato. Ero molto dispiaciuta, gli dissi che il comandante non lascia la sua nave. In quel momento c’erano Mazzarri, Mancini e Ranieri. Ho grande stima di Mancini, ma aveva due problemi. Non me li fate dire… Quindi ho scelto Ranieri. Per quel momento storico, io avevo bisogno di un grandissimo allenatore con un pathos diverso. Ranieri dava qualcosa di più oltre alla grande professionalità, che ha anche Mancini.

Se lei fosse ancora presidente, che ruolo darebbe a Totti oggi nella Roma?

A Francesco avrei dato un ruolo da dirigente, ma non quello che ha oggi. Deve avere un suo ruolo ben preciso. Gli avrei dato un paio di ruoli: uno nelle giovanili al fianco di Bruno Conti, oppure quello di direttore tecnico. Avrebbe risolto tantissimo problemi a Di Francesco, facendo da filtro con la squadra.

E a De Rossi?

Lo vedrei come allenatore, ha caratteristiche per cui potrebbe farlo. Sa comunicare molto bene, anche se a modo suo. Si prende sempre le sue responsabilità quando parla.

La vostra idea di stadio della Roma?

Non abbiamo inventato niente, già Dino Viola lo voleva. Lo stadio va fatto, la Roma deve avere uno stadio.

Pippo Marra è stata un’arma utilizzata contro di lei. Fu utilizzato strumentalmente contro di lei.

Non mi interessa, se volete vi faccio l’elenco dei motivi per cui sono stata attaccata, ma a me non interessa. Cosa mi ha fatto più ridere di tutti questi? Vi sembrerà assurdo, ma Soros. Non ce la facevo più.

Sul momento di Di Francesco.

Ho grande stima per Eusebio, non credo che la responsabilità di questo momento sia sua. Me lo terrei comunque per tutta la stagione, me lo terrei vicino e stretto stretto. Bisogna capire il momento e bisogna capire i giocatori. È più facile sostituire un tecnico che tutta una squadra, quindi è più “facile” mandare via l’allenatore.