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Di Francesco: “La determinazione non si compra. Ho la fiducia della società” – AUDIO – FOTO – VIDEO

LaPresse

Parla il tecnico giallorosso: "A Udine è mancata quella voglia di vincere partite con maggiore cattiveria. Pellegrini out contro Real Madrid e Inter, ottimismo per Olsen"

Redazione

Dopo la brutta sconfitta in campionato contro l'Udinese, a Roma prova a voltare pagina: domani sera alle 21 i giallorossi scenderanno sul campo dello stadio Olimpico per sfidare il Real Madrid nella quinta giornata del gruppo G di Champions League. Alla vigilia del match, il tecnico romanista Eusebio Di Francesco è intervenuto in conferenza stampa dalla sala Champions di Trigoria. Al suo fianco anche il terzino Aleksandar Kolarov.

DI FRANCESCO IN CONFERENZA STAMPA

Cosa non le è piaciuto in particolare del match contro l’Udinese?

Se uno leggesse i dati senza guardare il risultato, parlerebbe di una partita vinta facilmente. Quello che è mancato è la determinazione, è quel qualcosa di cui spesso si parla e si scrive ma che non si compra al supermercato. È quella voglia e il desiderio di vincere partite con maggiore cattiveria quando si va a fare sia una fase difensiva adeguata che una fase offensiva in cui bisogna attaccare la porta o calciare in porta con maggiore cattiveria e determinazione. Questa è stata la cosa che mi è piaciuta meno. Abbiamo preparato una partita che io ritenevo fosse la più importante, il fatto di averla persa mi ha dato un fastidio veramente enorme.

Quali sono le condizioni dei giocatori infortunati?

Pellegrini non sarà a disposizione sicuramente né per il Real e nemmeno per l’Inter. Olsen farà l’ultimo provino oggi, ma i risultati avuti dagli esami strumentali di questa mattina sono buoni.

Per 19 volte la Roma è riuscita ad arrivare nell’area piccola dell’Udinese senza riuscire mai a segnare un gol. A parte la cattiveria, se è vera questa statistica, che tipo di riflessione le ha suggerito e come si può intervenire su questa vicenda?

Questa vicenda si lega ai tanti dati che dovrebbero essere positivi ma poi diventano negativi, visti i risultati. In questo rientra a volte anche la mancanza di credere un po’ di più in quello che si va a fare all’interno dell’area di rigore, o di calciare con maggiore determinazione e cattiveria. Il lavoro, il lavorare sulla testa dei ragazzi e il lavoro di campo, solo queste cose ti permettono di poterne venire fuori, ma anche la possibilità e la fortuna di avere subito una partita importante dove potersi rimettere in discussione e dimostrare che non siamo quelli di Udine.

Quanto è importante questa partita per la sua squadra e per il futuro di Di Francesco con la Roma?

Per la squadra. Se vuoi parlare della squadra ne parlo, di me non devo dire niente perché ho sempre sentito grande fiducia da parte della società. Poi è normale che il calcio è il calcio e il risultato di domani è importante prima di tutto per arrivare primi nel girone, perché ci dobbiamo credere e ci dobbiamo provare. Diciamo che in Champions abbiamo una buona classifica e la possiamo far diventare ottima con una grande prestazione domani.

Un flash su Manolas? Perché a noi risulta che sia recuperato. È così?

Oggi farà l’ultimo test, ma, con molte probabilità, se dovesse essere a posto sarà della partita.

La cattiveria è una qualità che si allena? È un concetto che un po’ chiama in causa, come tante altre cose, l’allenatore. Il Real è davvero in crisi come appare in questo momento? Può essere un bene per la Roma affrontarlo ora?

Io credo che l’allenatore sia lo stesso che con grande cattiveria e determinazione ha portato la squadra ad essere sempre aggressiva nella metà campo avversaria. A volte ha dovuto adattarsi alle caratteristiche dei calciatori che aveva a disposizione e altre cose, ma questi sono discorsi che fanno tutti gli allenatori. La cattiveria è una cosa astratta, ma lo sanno benissimo anche i calciatori. Lo sa benissimo anche Ale (Kolarov, ndr) che se calcia in porta scherzando e ridendo non fa gol, ma se calcia in porta determinato sa che ha più possibilità di farlo, questa è un po’ una cosa che si allena. Si può allenare e si può migliorarla e il dispiacere più grande è che spesso ricadiamo in questa cosa. Si vede che l’allenatore deve ancora raddoppiare quello che sta facendo, non basta quello che fa e deve fare qualcosina in più. Io l’esame di coscienza me lo faccio tutti i giorni, ed è una cosa che mi chiedo. Il Real? Potrebbe dire la stessa cosa di noi. Queste sono due squadre un po’ “malate” o per lo meno che hanno dei problemi in campionato, ma che in Champions stanno facendo il loro percorso. Per questo sarà una partita ad armi pari, sapendo che giochiamo con una squadra campione d’Europa, che ha vinto la Champions League per tanti anni, che ha mentalità e che ha un club alle spalle veramente importante. Per noi non è una partita qualsiasi, è un evento importante. Già il fatto che la Roma si giochi con continuità e con 9 punti nel girone penso sia una cosa di grande positività per questa piazza, per questo ambiente, per questa società e per questa squadra, almeno questo.

Rispetto alla partita di andata al Bernabeu il Real Madrid ha cambiato tecnico: da Lopetegui a Solari? Quali sono le differenze a livello tattico che lei ha notato? Come è cambiato il Real Madrid a suo modo di vedere e quali possono essere le chiavi tattiche della partita?

Secondo me è molto simile rispetto a quello precedente, anche nei movimenti che ricercano in base alle caratteristiche dei calciatori, non vedo grandissime differenze. A livello psicologico invece le vedo, perché quando siamo andati noi venivano da un ottimo momento, noi invece dovevamo ancora inquadrare la situazione. Per cui questo è un momento totalmente differente per entrambe le squadre per il modo in cui dovranno affrontare questa gara.

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Premesso che la speranza diffusa è la vittoria, se domani dovesse arrivare, c’è il rischio che dopo Udine accresca le frustrazioni sul campionato. Come si esce da questo paradosso?

Giochiamo prima questa partita per poter fare un ragionamento di questo tipo. Ale (Kolarov, ndr) ha parlato in maniera positiva, ed è giusto mandare anche dei messaggi positivi in un momento di difficoltà. Quindi affrontiamo questa partita con grande determinazione, mettendoci quelle cose in più, raddoppiando, a partire dall’allenatore, quello che dobbiamo fare in campo per la preparazione di questa gara, e poi faremo altre valutazioni. Ma il mondo e la vita non sono fatti solo di abbattersi e mollare, è il contrario: nei momenti di difficoltà bisogna tirare fuori qualcosa in più. Ci siamo riusciti in tante occasioni, e mi auguro che questa sia l’ennesima, anche se poi dobbiamo cominciare a trovare continuità. Quest’anno il difetto più grande di cui ho parlato in conferenza, è sempre e solo uno: la continuità. Il discorso torna, no? Nelle tante cavolate che dico qualcosa ho trovato, perché la continuità in questo senso a volte è negativa e dobbiamo essere bravi a portarla in forma positiva.

Vista l’assenza di Pellegrini che va ad aggiungersi all’assenza di giocatori come De Rossi e Pastore, domani c’è la possibilità di tornare al centrocampo a 3 o meno?

Non voglio parlare assolutamente di formazione, e non voglio dare vantaggi a voi e a nessuno. Ad oggi non ho deciso ancora niente, nemmeno il sistema di gioco. Chiaro? Penso, siccome certe partite e certe cose ti fanno pensare, penso a tutto. E dirti oggi se giocherò a 3, 4, 5, nonno so. Dico solo che tutti hanno la possibilità di scendere in campo, nessuno escluso, compresi giovani, meno giovani, titolari e non titolari, come piace chiamarli a voi. Vedremo quale sarà il mio pensiero nell’ultimo allenamento che dovrò affrontare. Per quello domani potrebbero esserci sorprese, non lo so e non vi dirò niente domani in questo senso.

Rispetto alla partita di andata di due mesi, secondo voi quanto è e se è cambiata la Roma?

Sicuramente è cambiata come identità di squadra, ma la crescita non è ancora sufficiente. C'è ancora un percorso da continuare per non incappare in queste trappole che abbiamo avuto ogni volta che c'è stata una sosta. Può essere una coincidenza, ma troppi indizi fanno capire che nel momento in cui determinati lavori che ti hanno dato delle certezze non possono avere continuità, a questa squadra mancano. In questo dobbiamo cercare di migliorare. Sicuramente è cambiata la squadra e la condizione sotto tanti aspetti, senza dimenticare la crescita di alcuni giovani, da cui ci si deve aspettare alti e bassi. Non possono avere sempre grande continuità in quello che fanno, è la normalità nella crescita di ogni calciatore a tutti i livelli.

Poco fa ha detto che dai giovani bisogna aspettarsi alti e bassi. Forse non ci si dovrebbe aspettare la reazione di Kluivert che c'è stata quando è stato sostituito a Udine. Ha parlato col giocatore e gli ha fatto capire che quelli sono atteggiamenti sbagliati?

Questa mi è nuova, sinceramente non l'ho vista e non l'ho sentita. L'ho visto molto sereno e nessuno mi ha detto che ha avuto reazioni particolari. Magari era arrabbiato con se stesso. La riguarderò, ma non ho guardato la tv, ho visto la partita con l'audio a zero. Solitamente io vedo le partite senza commento sotto. Non ho guardato quello che ha fatto lui prima, dopo e durante. Non ti saprei rispondere, ma oggi glielo chiedo visto che me l'hai detto.

I tifosi sono arrabbiati, però non vi mollano: a Udine erano in 2mila, domani 65mila. Siete in grado di fare una promessa per domani?

Secondo me la questione non è domani, ma sempre. Questo fa parte della mia professionalità e di quella dei miei calciatori. Bisogna dare sempre il massimo per la maglia che si indossa e bisogna avere grande rispetto per i tifosi che verranno allo stadio. Saranno 65mila perché, al di là della squadra che verrà a giocare, la Roma in Champions ha fatto un percorso veramente importante. Che siano arrabbiati è anche normale. Non possono essere soddisfatti, come non lo siamo noi oggi. Se mi vedi in faccia, non sono felice e non posso esserlo. Mi auguro di avere un altro viso dopo la gara di domani. Bisogna promettere di dare il massimo impegno. Questa è una cosa il tifoso deve chiedere, se invece mi viene a parlare di formazioni e scelte, lì mi incavolo. Il tifoso ci deve chiedere impegno e serietà. Questo sì. Noi dobbiamo darlo perché deve far parte del nostro modo di essere.

Dopo averli affrontati nel match di andata, si aspettava questo crollo da parte del Real Madrid? Si è dato una spiegazione? Il fatto di incontrarli dopo una sconfitta è un vantaggio o può essere una difficoltà ulteriore?

Anche noi abbiamo perso, il vantaggio non c'è da nessuna parte. È una partita a sé, un'altra storia e vale per entrambe le squadre. Ricordiamoci che giochiamo contro i campioni d'Europa, lo voglio sempre ricordare perché sembra che andiamo ad affrontare una squadretta e sembra scontata la possibilità di portare a casa i 3 punti. Se vogliamo farlo, col Real bisogna fare una grande partita sotto tutti i punti di vista. Il crollo del Real? Non mi sono dato una spiegazione e non me la posso nemmeno dare perché ho tanti cavoli da sistemare a casa mia che non mi possono anche occupare del Real Madrid.

DI FRANCESCO A SKY SPORT

“È una partita importantissima, dobbiamo dare una risposta. Nel calcio c’è sempre una possibilità, contro il Real non sarà facile, anche loro hanno voglia di rifarsi”.

Che aiuto può dare l’Olimpico?

Abbiamo bisogno della nostra gente, mi auguro che domani ci sia grande calore. Non ho dubbi che ci sarà un grande tifo, Roma ha sempre risposto alla grande.

Com’è cambiato il Real Madrid?

Ha gli stessi calciatori e la stessa identità, non cambia tantissimo come fisionomia. I due allenatori hanno le stesse idee. Il Real Madrid è in ritardo in campionato ma in Champions League sta facendo bene.

Che risposte servono?

Caratteriali, ci sono situazioni che ti fanno avere atteggiamenti sbagliati, dobbiamo essere bravi a non perdere mai la testa.