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Roma Radja-dipendente ma il pressing del Chelsea non si ferma. Con Dzeko divorzio in estate?

Gioielli in vetrina. Da Nainggolan a Pjanic, da Manolas fino a Totti. A Roma in pochi sicuri di restare. E con Dzeko in estate sarà già divorzio?

Guendalina Galdi

Duttile e indispensabile. Due aggettivi per descrivere il valore di Nainggolan nella Roma. Arrivato come vice Strootman, complici gli infortuni dell'olandese e delle sue prestazioni sempre all'altezza, il centrocampista belga è presto diventato un punto fermo della Roma prima di Garcia ed ora di Spalletti. E con il tecnico toscano è migliorato ancora, tanto che a tenerlo lontano dal campo ci voleva giusto un turno di squalifica. Che sia davanti alla difesa, come viene impiegato spesso con la maglia del Belgio, in mezzo al campo o con licenza di inserimenti, è sempre uno di quei giocatori che quando non c'è si sente. Raro. Per questo non ci è voluto molto per attirare su di sè più di uno sguardo dall'estero, da parte di quei top club che farebbero una follia, anche piuttosto piacevole sia per il giocatore che per la Roma. Pallino di Conte, che lo vuole nel suo Chelsea, Nainggolan come altri suoi compagni non possono dirsi sicuri di restare ancora in giallorosso la prossima stagione. Gioielli in vetrina, dunque. Da Nainggolan a Pjanic, da Manolas fino a Totti. E Dzeko?

DZEKO - Spalletti nella maggior parte delle occasioni ha preferito il tridente leggero con El Shaarawy, Perotti e Salah ad un reparto avanzato con un centravanti. Così Dzeko ha collezionato più minuti in panchina di quanto ogni tifoso la scorsa estate poteva immaginare. Con uno come lui si vince. Un pensiero comune mesi fa, poi l'affidamento ad alcune statistiche personali del bosniaco: alla prima stagione è un diesel, nel girone di ritorno migliora, trova di più la via del gol. Invece con il gioco di Spalletti ha trovato molte volte la via della panchina invece che quella di una maglia da titolare. Va gestito, la spiegazione dell'allenatore giallorosso che ha motivato anche l'ultima esclusione dal primo minuto, lunedì scorso contro il Bologna quando Dzeko ha giocato solo la parte finale della gara: "Edin nell’allenamento di domenica ho preferito lasciarlo fuori perchè a questo punto del campionato ci sono dei giocatori che hanno bisogno di un po’ di gestione - ha detto Spalletti ai microfoni di Roma Radio -. Ho fatto fare un allenamento specifico a Dzeko anche se aveva voglia di farlo con il gruppo. Questo piccolo risentimento che aveva se l’è portato dietro anche il giorno dopo, abbiamo fatto un po’ di riscaldamento lunedì e pensavamo che fosse scomparso. Provandolo in allenamento si è indurito ancora il muscolo e dopo pranzo, in accordo con lo staff tecnico, ha fatto una risonanza magnetica che ha evidenziato questo problemino. Era rischioso farlo giocare dall’inizio, l’ho detto anche a lui, altrimenti lo avrei fatto giocare titolare. Era inutile rischiarlo all’inizio". Nell'allenamento odierno Dzeko, insieme a Gyomber e De Rossi, ha svolto lavoro individuale come da programma; Iago Falque e Perotti invece si sono dedicati ad un differenziato. Out Totti a causa di una gastroenterite.