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Roma-Napoli, Marino: “Prima era una festa, ora è una guerra civile. Ad ora Schick è un flop”

L'ex ds dei partenopei: "Domani un bivio per entrambe le squadre. La squadra di Sarri nella velocità può incontrare alcune difficoltà"

Redazione

Roma-Napoli si avvicina a grandi falcate, all'Olimpico andrà in scena lo scontro tra le due formazioni più in forma del campionato. Per dire la sua su uno dei tre big match dell'ottava giornata è intervenuto a Centro Suono Sport Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo degli azzurri.

Qual è la prima cosa che guarda nei giovani giocatori?

Innanzitutto saltano all’occhio le qualità tecniche e la velocità, che sono le due caratteristiche fondamentali nel campionato italiano.

Come valuta la condizione di Napoli e Roma?

Il Napoli sta facendo bene dall’inizio dell’anno solare: nel girone di ritorno della scorsa stagione è stata prima in classifica. Quest’anno la Roma ha cominciato peggio di come aveva finito ma sta crescendo. Roma-Napoli sarà un bivio per entrambe per imporsi come l’anti Juve.

Punti deboli del Napoli?

Nella velocità può incontrare alcune difficoltà, ad esempio un giocatore come Florenzi può metterli in difficoltà. Bisogna stare attenti a tenere alto il ritmo, altrimenti il Napoli ti travolge e soprattutto attenzione alla catena sinistra.

Il Napoli è arrivato al massimo delle sue potenzialità?

Non ha cambiato nulla rispetto all’anno scorso, quindi con le 12 vittorie consecutive è arrivata al massimo.

Come vede la Roma?

Ha margini di crescita, Di Francesco deve amalgamare il tutto e inserirsi: è stato catapultato dopo un allenatore importante come Spalletti, non è facile.

Che ruolo può ricoprire Schick nella Roma?

Lo vedo anche esterno. Si esalta giocando da seconda punta o da trequartista ma in realtà si può adattare molto bene sugli esterni. Però bisogna vedere come sta: per ora lo ritengo un flop di mercato, anche se auguro alla Roma che non sia un flop definitivo.

Come si spiega il clima tra le tifoserie di Roma e Napoli?

Ero con la Roma nella partita che ha generato la rottura del gemellaggio tra le due tifoserie. Prima il derby del sole era una vera festa, ora è una guerra civile, mi piacerebbe che si ritornasse al calcio antico.

In passato ha avuto a che fare con presidenti-tifosi. Oggi i presidenti delle squadre di calcio sono più commercialisti che tifosi. È un elemento negativo o positivo per il calcio?

E’ cambiato il calcio e di conseguenza i presidenti che sono diventati una sorta di mecenati.

Giocatori che le sono sfuggiti e che avrebbe voluto acquistare?

Tanti, soprattutto nella parentesi di Napoli visto che eravamo in B e non potevamo acquistare extracomunitari: ad esempio Modric che era giovanissimo, oppure Lewandowski.

Il più grande successo?

Francesco Romano, che presi a novembre nell’anno dello scudetto. E’ stata l’iniziativa che mi ha ripagato di più.