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Roma, fantasia al potere: ecco Javier Pastore, “El Flaco” che vede le linee oscure del calcio

LaPresse

Dal Psg arriva quel fantasista che tanto manca alla squadra di Di Francesco: dopo 7 anni in Francia, il talento argentino ha scelto Trigoria per tornare ad essere il giocatore che a tanti ricordava Kakà

Marco Prestisimone

Gli uomini sognano più il ritorno della partenza”. Parola di Santiago, protagonista (e guarda caso, un pastore) del libro “L’alchimista” di Paulo Coelho e che girò il mondo per ritrovare se stesso. Chissà quante volte avrà sognato il ritorno in Italia Javier Pastore, sbarcato a Roma nelle ultime ore. A lui il duro compito di non far rimpiangere la partenza di Radja Nainggolan, belga che è diventato romano e romanista. E che a giudicare dai “like”, forse non smetterà mai di esserlo. La Roma e Pastore sono stati spesso vicini, soprattutto quando nella direzione sportiva della società c’era forte l’impronta di Walter Sabatini. Quando l’ormai responsabile dell’area tecnica della Samp lo portò in Italia, il presidente Zamparini gli chiese di fargli vedere qualche giocata nonostante “El Flaco” fosse appena arrivato nel ritiro dei rosanero. Prima palla toccata in allenamento, tunnel e assist. “Mi chiese di farlo giocare giusto cinque minuti, per accontentare i tifosi - ha raccontato Sabatini -. Pastore, nonostante la stanchezza, fece una giocata straordinaria. Dirigendomi nello spogliatoio trovai Zamparini che piangeva dall’emozione”. Probabilmente Pallotta non reagirà allo stesso modo, ma le giocate di Pastore possono essere quelle giuste per colmare il vuoto di fantasia lasciato in eredità da Pjanic. E se è vero che “vede le linee oscure del calcio” come disse Sabatini di lui, anche il presidente americano si divertirà.

ESPLOSIONE - Arriva al Palermo dall’Huracan, società di Buenos Aires che non aveva i 400 mila dollari necessari per acquistarlo ad inizio carriera. Il presidente Carlos Babington decise di farsi aiutare da una holding argentina, che versò il 55% della quota del cartellino. 
Ma è in Sicilia che si fa conoscere dal mondo intero: Sabatini lo porta in Italia per 6 milioni e mezzo, una delle spese più importanti per Zamparini. Un allenamento, però, e tutto era già passato in secondo piano. 
In due stagioni trascina il Palermo in Europa insieme ad un altro sudamericano che ritroverà più avanti nella sua carriera, Edinson Cavani. 
Nel 2011 i prezzi del calciomercato erano molto lontani da quelli attuali: il nuovo PSG di Al-Khelaïfi puntò proprio su Pastore per dare inizio ad un’egemonia (almeno sul suolo francese) destinata a durare per anni. Impossibile dire di no a 43 milioni, la prima grande spesa dell’epoca degli sceicchi.
 A Parigi si innamorano immediatamente delle sue giocate in verticale e del suo tocco di palla, tanto che qualche tifoso scatenato gli dedica una canzone un mese dopo il suo arrivo. E il suo impatto è impressionante: sedici gol tra Ligue 1, Europa League e coppa di Francia. 
Quello però, rimarrà il punto più alto della sua avventura sotto la Tour Eiffel: infortuni, cambi di allenatori e incomprensioni tattiche ne ostacolano l’ascesa. Con Ibrahimovic si pestava i piedi, tanto che da trequartista si trasforma in mezzala, ruolo che hanno pensato per lui sia Monchi che Di Francesco. Gli estimatori però non mancano. Eric Cantona solo tre anni fa lo ha definito “il miglior giocatore al mondo” per la sua creatività e per la “capacità di regalare sempre una sorpresa”. 
Nell’ultima stagione un guizzo per convincere Monchi (che pure aveva cercato di portarlo a Siviglia nelle scorse stagioni) che sia ancora il caso puntare su di lui: 5 gol e 6 assist in 37 partite, tante delle quali però senza partire da titolare. Adesso ha scelto Roma per tornare ad essere il giocatore che a tanti ricordava Kakà.

CASA E CAMPO - La scelta di Monchi e Di Francesco potrebbe essere ricaduta su Pastore anche per le qualità fuori dal campo: nonostante le tante panchine, a Parigi non ha mai “sbottato”. 
A casa, poi, trova la sua serenità: nel giugno di un anno fa ha sposato Chiara, modella conosciuta ai tempi di Palermo e fedele compagna da una vita. Insieme hanno avuto due bambini: la più grande Martina e il piccolo Santiago (ricordate Coelho?), arrivato meno di quattro mesi fa. 
Con i compagni non avrà difficoltà a legare, vista anche una passione che condivide con tanti giallorossi della rosa di Di Francesco: nel 2010 ha dato vita all’associazione “Soplo de vida”, che si occupa dei cani abbandonati in Argentina. Letteralmente “un respiro di vita”, proprio come quello che cerca Pastore ora che è tornato in Italia, lì dove tutto era cominciato.