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Roma, ecco Bianda: “Felice di essere qui”. Kolarov: “Io, cresciuto tra il calcio e la guerra”

LaPresse

Monchi piazza l'ennesimo colpo della sessione di mercato. Manolas rifiuta il Chelsea e l'Inter, ma Perisic chiama Dzeko: "Vieni qui e raggiungi Nainggolan"

Luca Benincasa Stagni

A poche ore dall'arrivo di Pastore, Monchi chiude l'ennesimo colpo (annunciato in conferenza stampa) della sessione. E' William Bianda il nono acquisto del ds spagnolo, letteralmente scatenato in questa sessione di mercato. Il difensore centrale francese in patria è considerato il nuovo Varane, ma spetterà a Di Francesco tirare fuori tutto il suo potenziale. Il classe 2000 è atterrato questo pomeriggio a Fiumicino e domani svolgerà le visite mediche di rito, prima di firmare il contratto che lo legherà ai giallorossi per i prossimi 5 anni. Intanto, però, ha rilasciato le sue prime dichiarazioni: "Sono felice di essere alla Roma". L'operato di Monchi sta stupendo tutti. In Spagna viene addirittura considerato il re Mida del mercato. E al ds quest'epiteto piace, tanto che avrebbe intensificato i contatti con il Sassuolo per Berardi, il pupillo di Eusebio. Carnevali, però, frena: "O Politano o Berardi: entrambi valgono 30 milioni e, se parte uno, l'altro resterà".

MANOLAS E DZEKO - Alla ricerca costante di nuovi elementi per rinforzare una rosa che già può contare su due squadre di ottimo livello, Monchi dovrà resistere agli attacchi per i big della Roma. Uno di quelli in bilico è Kostas Manolas, su cui pende una clausola da 38 milioni di euro. Il greco fino a questo momento è convinto del progetto giallorosso. Pur di rimanere a Trigoria, ha detto no al Chelsea di Abramovich e all'Inter, che dopo Nainggolan sogna anche il difensore per un formare un terzetto da urlo: Skriniar, de Vrij e Manolas. E intanto Perisic su Instagram ha chiamato anche Dzeko: "Vieni qui e raggiungi Radja". Il bosniaco, però, ha giurato amore eterno alla Capitale già a gennaio, quando ha respinto i milioni dei Blues.

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KOLAROV - In attesa della sfida con Alisson, Kolarovsi è raccontato in un'intervista in cui ha ripercorso tutta la sua vita: dalla guerra al Mondiale. "Ricordo la notte in cui le prime bombe sono cadute. Avevo 14 anni. Io e mio fratello Nikola eravamo confusi. Non avevo idea di cosa stesse succedendo. Dopo lo abbiamo scoperto dalla tv: Belgrado era stata bombardata". Ma la passione per il calcio era più forte del tritolo: "Da piccolo volevo essere Sinisa Mihajlovic. Io e mio fratello passavamo le giornate in cortile, con un pallone e il nostro cancello di legno. Era la nostra porta. Quando i vicini mi urlavano contro, sapevo di aver tirato bene". Poi, è cresciuto ed ha vissuto la sua carriera tra Manchester e Roma: "Onestamente, ancora considero il City la mia squadra. Ricorderò quei tifosi per sempre, il club ha un posto speciale nel mio cuore. Ora che sono di nuovo a Roma mi sembra di essere tornato nel 2010". Invece è il 2018 e ci sono i Mondiali in Russia: "Non voglio che i miei genitori vengano. Quando è venuta a vedermi mia madre, ho sempre perso. Mio padre invece fuma troppo durante le partite. Ma io sarò lì, la Serbia ci sarà. Ho la fascia di capitano e mi sento il leader del gruppo. Sappiamo quanto il nostro Paese ha sofferto per essere qui. E adesso ci giocheremo questa opportunità".

ALTRE NEWS - Oggi sono arrivate le parole dello sceicco Al-Khelaifi su Javier Pastore: "E' stato il nostro primo acquisto internazionale e ci ha proiettato verso una nuova identità. I suoi gesti tecnici hanno incantato il Parco dei Principi. Gli auguro un ritorno in Italia pieno di successi". Intanto, il Milan ha subito la stangata annunciata da giorni: l'Uefa ha escluso i rossoneri dall'Europa League. A meno di clamorosi ribaltamenti del Tas, sarà la Fiorentina a prendere il posto dei ragazzi di Gattuso.