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Roma, dal veterano De Rossi all’esordiente Under: con lo Shakhtar è un esame di maturità

Tanti i giallorossi inesperti agli ottavi, ma non è sempre un male. Con il Lione, nella stagione 2006/07, i "novellini" in squadra erano molti di più

Valerio Salviani

La Roma torna in Europa, col vento degli esordienti che spinge, e la guida dei più esperti a indicare la via. Come è cambiata la vita dei giallorossi dall'ultima volta che hanno sentito la musichetta della Champions. Quel 5 dicembre si sognava in grande: era appena arrivato il via libera allo stadio e i giallorossi, con l'1-0 al Qarabag firmatoPerotti, si assicuravano il primo posto nel girone davanti a Chelsea ed Atletico Madrid. Sembra una vita fa, eppure sono passati solo 2 mesi. In mezzo una crisi che sembrava irreversibile e le paure di un mercato avaro. Ora si riparte dallo Shakhtar, spinti dal ciclone turco Under e dall'entusiasmo di un gruppo che però, a questi livelli, ci ha vissuto poco, pochissimo.

POCHI VETERANI...- Due anni dopo l'ultima volta, la Roma torna alla fase a eliminazione di Champions. Di fronte stavolta ci sarà lo Shakhtar, che non è il Real Madrid, ma che non evoca ricordi felicissimi. Quegli ottavi di finale persi 7 anni fa, sono vivi solo negli occhi di De Rossi, unico superstite di una squadra non indimenticabile. Il capitano è quello che, tra i giallorossi, conosce meglio la competizione grazie alle sue 53 presenze, e che sarà il faro della squadra. Per lui si tratta dell'ottavo di finale numero 9. A ruota Dzeko (che ha segnato l'ultima doppietta di stagione contro il Chelsea il 18 ottobre) e El Shaarawy, che ne hanno giocati 5 a testa, mentre Kolarov, Perotti e Manolas sono fermi a 4. Il greco, dall'alto delle sue 34 apparizioni, è quello più esperto tra i centrali di difesa. A centrocampo mancherà per infortunio Gonalons, unico della squadra a poter vantare una semifinale (persa con il Lione contro il Bayern Monaco) nel curriculum. Tra i convocati manca Lobont, che conta più presenze di 16 dei 21 che sono partiti per Kharkiv.

...TANTE MATRICOLE - I due uomini più in forma della Roma, Under e Alisson, hanno in totale 7 presenze in Champions, tutte del brasiliano, che ha esordito l'anno scorso nell'andata del turno eliminatorio con il Porto. Per il giovane turco ancora 0 minuti e probabile prima volta in vista, mercoledì. Come lui anche Schick, ancora in attesa dell'esordio. Nainggolan, altro cardine della squadra, punta alla sua 22esima presenza, ma con solo 1 ottavo di finale giocato in carriera. Il Comandante Fazio ne ha giocati invece 2 con il Siviglia, ma può contare solo 14 presenze totali. Per Strootman, qualora dovesse scendere in campo, si tratterebbe del primo ottavo di finale in carriera e della decima presenza totale. Come lui Pellegrini, che ne ha 6, e Gerson, fermo ancora a 4. Senza dimenticare Di Francesco, che da allenatore gli unici ottavi di finale di una qualsiasi competizione, li ha giocati (e persi) in Coppa Italia contro Milan e Cesena, al Sassuolo, e Torino lo scorso dicembre.

GLI AVVERSARI - Lo Shakhtar non brilla per talento e non ha grandi nomi, ma è una squadra solida che conosce bene la competizione. Srna è squalificato, ma in Champions ha più presenze di Totti (88 contro 57), quello che con la maglia della Roma ne ha fatte di più nella storia. Come lui anche Pyatov, il portiere degli ucraini, che conta 68 presenze, delle quali 6 sono ottavi di finale. Altro recordman è Rakitsky a 53, seguito da Stepanenko a 32 e Bernard, che a soli 25 anni ha già 26 apparizioni. L'unico esordiente è il nuovo acquisto Dodô, arrivato a gennaio dal Coritiba.

PRECEDENTE - Eppure il passato insegna che l'esperienza non è un requisito fondamentale. La Roma che nel 2007 conquistava Lione era tutt'altro che esperta. Oltre a Panucci, che in quel momento aveva 62 presenze in Champions, i giallorossi erano una banda di "novellini". Nessuno aveva mai fatto un ottavo di finale. Doni, come Alisson, aveva 6 presenze nella fase a girone. Chivu, che aveva già fatto la Champions con l'Ajax, giocando però un quarto di finale contro il Milan, ne aveva 20, mentre Mexes solo 12. Tonetto e Cassetti 5 a testa, mentre a centrocampo quello con più presenze era Perrotta con 11. De Rossi e Pizarro stavano a 10, Mancini ne aveva 8 e Taddei addirittura 5 (una in più di Gerson). Totti, anche lui alla prima volta in un ottavo di finale, ne aveva solo 26.