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Roma, caos calmo: tutti contro, avanti insieme. Ecco gli scenari

LaPresse

Pallotta è pronto a incontrare Monchi. Di Francesco si gioca il futuro e pensa al mercato, ma per il ds la rosa merita fiducia. Manolas parla da capitano: “Non siamo all’altezza”

Valerio Salviani

La Roma si risveglia ancora una volta sulle montagne russe di una stagione incomprensibile e, finita la breve risalita che sembrava iniziare dopo la bella prestazione con l’Inter e i 70 minuti di controllo a Cagliari, si stringe la cintura per una picchiata verticale di cui non si vede la fine. Florenzi ieri ha provato a spiegare che l’unico modo per uscire dalla crisi è andare tutti nella stessa direzione “dal presidente al magazziniere”, ma la realtà mostra scenari ben diversi.

PALLOTTA – La contestazione nei confronti del presidente romanista è al massimo storico. Ieri, già prima del fischio d’inizio di Viktoria Plzen-Roma, i tifosi intonavano cori contro di lui e alzavano lo striscione “Go home”, sfoggiato per quasi un quarto d’ora nel gelo della Repubblica Ceca. Pallotta però, di andare a casa non ha la minima intenzione, almeno fin quando non avrà risposte certe sulla situazione stadio. E intanto continua a farsi sentire dall’ambiente in maniera sporadica, soprattutto dopo le brutte figure della sua squadra che cominciano a diventare tante, con parole tipo “disgustato” o “arrabbiato”. E mentre potrebbe progettare l’ennesima rivoluzione, incontra Monchi per chiedergli spiegazioni. Ieri 10 su 11 di quelli scesi in campo sono giocatori comprati dallo spagnolo. Nel momento negativo c’è anche tanto del suo. Ora si incontreranno per provare a mettere una toppa ad una barca che va a fondo. A Boston ci saranno anche Guido Fienga, Strategy & Media director e Francesco Calvo, Chief Revenure Officer.

MONCHI – Ieri il ds si è fatto vedere con il nuovo-vecchio look senza barba. La squadra continua a non cambiare volto, lui sì. Senza filtri, pulito, diretto. C’è da credergli dunque quando parla di mercato? “Dobbiamo avere fiducia in questo gruppo di giocatori. In una società che ha 25 giocatori cosa cambia fare uno o due acquisti? Dobbiamo credere in questa rosa” le sue parole. E anche su Di Francesco continua a tenere il punto, almeno in pubblico. Domenica sera la Roma sfiderà il Genoa. Lunedì, con un quadro ben delineato, volerà negli States per incontrare Pallotta. Lo scopo dell’incontro sarà mettere tutte le carte in tavola e trovare una soluzione. Si vedranno per due giorni, poi Monchi tornerà in Italia con una risposta definitiva su allenatore (che lui vorrebbe tenere) e mercato. Il ds, nonostante le sue parole, spera di avere un budget per mettere a segno 1-2 colpi su cui ha messo gli occhi nel suo viaggio nel nord Europa. Più probabile che questo tesoretto debba costruirlo da solo: Karsdorp e Marcano i due giocatori più a rischio.

DIFRA – Per la prima volta ieri il tecnico ha affrontato il tema mercato in questa stagione. “Adesso siamo tutti in discussione. Farò delle valutazioni e le discuteremo in sede di mercato” ha detto Di Francesco. L’ex Sassuolo è stufo dell’atteggiamento remissivo di certi giocatori e, nonostante le risposte piccate a chi chiede se il gruppo lo segue ancora, sente la situazione scivolare dalle mani. Se resterà al suo posto, si aspetta almeno un colpo a gennaio. La squadra, perso De Rossi, non ha personalità e continua a mostrarsi vulnerabile e poco concentrata. Serve un’altra guida in mezzo al campo, ma per Monchi la rosa merita fiducia. Già lo scorso anno il tecnico si è allineato alle scelte della società, ma messo con le spalle al muro le cose potrebbero cambiare.

SQUADRAKolarov due settimane fa spiegava ai tifosi che si possono arrabbiare, ma che comunque di calcio ci capiscono poco. Ieri, ai tifosi presenti nel gelo di Plzen che avevano appena assistito all’ennesima figuraccia, dimostrava che si possono arrabbiare, ma che comunque a lui interessa poco. A Manolas invece, sceso in campo con la fascia al braccio, è sembrato interessare di più, tanto che è stato l’unico a fermarsi sotto al settore per prendere i fischi, per poi andare in tv a metterci la faccia. “Non siamo all’altezza” il riassunto delle parole del greco. Impossibile dargli torto. Florenzi ha provato a indicare la strada, tirando in ballo anche il presidente: “A Trigoria dobbiamo remare tutti dalla stessa parte”, salvo poi sottointendere che la scelta del ritiro non è stata gradita (“Non credo sia la soluzione”). Accontentato. La squadra torna a casa così che i giocatori possano riflettere in solitudine.