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Regista moderno col fisico che inganna: ecco Nzonzi, il nuovo faro della Roma

Sampaoli l'aveva soprannominato 'El Pulpo'. Con la Francia è diventato Campione del Mondo, la ricompensa per una vita fatta di attese e delusioni che ne sono valse la pena

Valerio Salviani

A piccoli passi, uno dopo l'altro, fino all'obiettivo. Steven Nzonzi sta per diventare un giocatore della Roma dopo una trattativa che sembrava impossibile, ma che ha ricompensato chi ha saputo aspettare. Due storie che si intrecciano, Nzonzi e la Roma. Storie di sognatori e di crescite lente ma costanti, seguendo una stella che sembrava lontana e che ora è a portata di mano. Ai giallorossi il francese è costato 35 milioni. Sarà il nuovo faro del centrocampo, pronto a mettere in discussione (lui per davvero) la titolarità del capitano Daniele De Rossi. Un colpo non in stile Monchi, ma voluto fortemente dal ds che riabbraccia il suo pupillo, tra i protagonisti degli ultimi successi del Siviglia.

A PICCOLI PASSI - Sampaoli lo chiamava 'El Pulpo' ed è facile immaginarne il motivo. Lunghe leve, fisico imponente, eppure questo ragazzone di 196 cm non è arrivato sul tetto del mondo grazie alla sua forza fisica. Nato (calcisticamente) con l'etichetta di nuovo Vieira, è stato scartato dal PSG perché troppo magro. Costretto ad andare all'Amiens riesce comunque a mettersi in mostra giocando davanti alla difesa. Si fa notare da alcuni club di Premier League e se lo aggiudica il Blackburn di Allardyce. In Inghilterra si gioca un calcio fisico e il profilo di Nzonzi sembra essere perfetto. Le sue doti naturali che dovevano aiutarlo però sono il suo limite e i primi anni non sono certo esaltanti. Il francese mostra una buona tecnica ma quando c'è da battagliare in mezzo al campo va in difficoltà. Ha una nuova chance allo Stoke e con Huges trova la sua dimensione. Il tecnico lo sposta più avanti e con un centrocampista di rottura alle spalle Nzonzi è libero di inventare e giostrare il pallone nella metà campo avversaria. Il suo calcio è in crescita continua e al termine della stagione 2014/15, dopo essere stato premiato come miglior giocatore della stagione nello Stoke, scegli di cambiare aria e di provare a salire di livello. Lo prende Monchi, bravo a capire subire le sue qualità ("ha un fisico che inganna" dirà il ds). Con Emery il feeling non è esaltante, ma con Sampaoli N'Zonzi inizia a fare la differenza anche in Liga. Ormai il francese è un regista dai piedi buoni, il gioco difensivo è cresciuto e ha iniziato a prendersi le responsabilità che prima lasciava agli altri. Negli anni in Andalusia diventa un leader e anche la nazionale francese, che non lo aveva mai preso in considerazione, si accorge di lui. Deschamps lo porta nella spedizione in Russia che riporterà i galletti in cima al mondo. Quasi 15 anni dopo quella porta in faccia sbattuta dal PSG, Nzonzi ha avuto la sua rivincita.

COSA ASPETTARSI -  N'Zonzi, ormai arrivato alla soglia dei 30 anni (li compirà il prossimo dicembre), si può definire regista moderno. Ama il calcio offensivo ed è perfetto per il gioco di Di Francesco. Verticalizza e cerca spesso le linee di passaggio in profondità con un destro educato, che all'occorrenza può essere un martello. Dà il meglio di se con un mediano vicino nel 4-2-3-1, ma è cresciuto anche da perno davanti alla difesa, bravo a leggere in anticipo le situazioni di pericolo. Punto debole la fase offensiva. Nonostante un ottimo tiro, Nzonzi fa davvero fatica a trovare la rete. In quasi 400 partite da professionista ha segnato 21 gol. Nella vita privata ama stare in famiglia. E' un padre e un marito esemplare e nello spogliatoio non è mai stato un elemento di disturbo. Nonostante questo low profile, è uno che ci mette la faccia, come dopo il 5-0 in finale di coppa del Re contro il Barcellona, quando si presentò da solo alla stampa per chiedere scusa ai tifosi. Un uomo vero, arrivato da lontano.