rubriche

Questione di numeri, Roma-City: una sola vittoria in questa Champions League, sei gol su otto segnati nei primi tempi

Sei gol subiti nella ripresa considerando le ultime sette reti subite in Champions League, al 71° il palo di Manolas che poteva cambiare il destino di partita e qualificazione

finconsadmin

Resta l’amaro in bocca. La qualificazione a un passo, sfumata tra occasioni divorate e disattenzioni di troppo. Un percorso che in Champions si interrompe ma in Europa prosegue. Esperienza di cui farne tesoro per programmare il ritorno fra i grandi. E’ passato poco più di un anno dal sesto posto con derby perso e contestazioni: uno dei punti più bassi della Roma americana. Tempo e crescita per adeguare il fatturato al resto dei club europei. Una situazione generale del calcio italiano che vieta rammarichi più importanti. Per quest’anno va bene così, la Roma ci ha provato.

1 – La vittoria della Roma in questa Champions League. L’unica è la prima in casa contro il Cska. Forse troppo illusoria, arrivata quando le certezze erano ancora in piedi. Il muro è iniziato a crollare con la pesante sconfitta casalinga formato Bayern. Poi Monaco e Berezutski hanno allentato aspettative e obiettivi della squadra. Fino al gol di Zabaleta, il ko definitivo arrivato alla resa dei conti. Confrontarsi con squadre di altri livelli è sempre utile. Fieno in cascina per la Roma del futuro.

2 – Le partite giocate dai giallorossi con la difesa di ieri sera. Maicon, Manolas, Yanga-Mbiwa e Cholevas hanno giocato insieme soltanto allo Juventus Stadium. Solo sconfitte per il quartetto di Roma-City con l’attenuante di aver giocato le due partite più importanti della stagione. Alibi che regge visto che Garcia sembra aver individuato in questa composizione il suo assetto ideale per la difesa. Considerando anche De Sanctis è la prima volta che i cinque del pacchetto arretrato giocano insieme visto che a Torino in porta c’era Skorupski. Manca ancora un po’ di rodaggio ed esperienza nelle partite che contano. Dove bisogna rimanere in piedi ad ogni colpo subito. Senza crollare nella ripresa.

5 – Le vittorie della Roma in otto sfide casalinghe contro squadre inglesi. I giallorossi in casa hanno battuto Arsenal, Manchester United, Chelsea e Fulham ma non hanno mai battuto il Manchester City. L’unico precedente con i citizens è stato il pareggio dell’andata all’Etihad mentre il City in Italia non aveva mai vinto in quattro incontri disputati finora con club della penisola (2N 2P). Eclatante l’incrocio contro una inglese proprio all’Olimpico: 30 Maggio 1984, finale di Coppa dei Campioni tra Roma e Liverpool. Dopo 90 minuti finisce 1-1 ma ai calci di rigore è 2-4 per i reds. Per ora, solo ricordi.

6 – I gol segnati dalla Roma nei primi tempi delle partite europee di questa stagione. In Champions League, sei reti su otto sono arrivate nei primi 45 minuti di gioco. Della partita di ieri manca proprio questo: una marcatura che nel primo tempo doveva arrivare con i giallorossi che non sono stati cinici al punto giusto da realizzarla. Gervinho più volte e la schiena di Hart a fermare Cholevas. Concretezza mancata rispetto alle altre gare di Champions.

6 (bis) – I gol subiti nella ripresa considerando le ultime sette reti subite in Champions League. Statistica inversa rispetto a quella precedente: sei degli ultimi sette gol subiti dalla Roma in gare europee sono arrivati nel secondo tempo. In totale le reti subite salgono a un passivo pesante: 14 prese contro le otto segnate. La metà delle marcature sono arrivate nella seconda frazione di gioco. Tante, pensando che l’altra metà delle reti è arrivata in una sola partita (Roma – Bayern 1-7).

67 – Il minuto della sostituzione di Adem Ljajc. Un secondo prima l’occasione che è valsa il pianto liberatorio del serbo appena uscito: doppia finta di tiro, Zabaleta a terra e destro che va alto sopra la traversa. Resta solo il rammarico per una prestazione sufficiente di uno dei giocatori più utilizzati da Garcia nelle ultime partite. Sesta presenza consecutiva da titolare tra Champions e campionato. Le lacrime in panchina sono un segno positivo: Adem ci credeva e ce l’ha messa tutta. Forse più di altri.

71 – Il minuto del palo di Manolas. Il momento che poteva riaprire partita e qualificazione. Un numero che alla Roma non porta mai bene, sia così che al contrario. Il greco salta di testa e sfrutta una delle rare occasioni di testa da calcio piazzato. Poco dopo su calcio d’angolo altra occasionissima con la parata (di petto) di Demichelis. Due momenti in un minuto in cui la Roma si è resa pericolosa come non mai. In campionato si fa difficoltà a creare situazioni con le punizioni non dirette verso la porta. Ci sarà tempo per riflettere ma è un punto su cui la squadra di Garcia deve lavorare per fare in modo di sfruttare meglio certe situazioni.