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Pjanic: “A Roma speravo che la Juve perdesse, ma non succedeva mai. Qui sono dei killer”

Parla il centrocampista bianconero: "La società è solida e forte e anche i ragazzi non mollano mai niente. E' una questione di mentalità. Speravo che i giallorossi passassero in Europa League contro il Lione"

Redazione

Miralem Pjanic vuole vincere tutto con la Juventus e lo ribadisce ancora una volta in una lunga intervista rilasciata sulle pagine di Tuttosport: "Quando ero alla Roma e guardavo la Juventus speravo che perdesse e non succedeva mai. Ora ho capito perché: la società è solida e forte e anche i ragazzi non mollano mai niente. Né in allenamento né in campo, neppure un centimetro. E' una questione di mentalità. Sono dei killer. Personalmente è stata dura trovare una collocazione, pensavo fosse più veloce l'adattamento. Mi sono trovato di fronte a un nuovo sistema, nuovi allenamenti, nuovi compagni. Era un modo di giocare che forse non metteva in luce tutte le qualità della squadra".

L'ex calciatore giallorosso torna anche sulle polemiche arbitrali: "E' pazzesco come ogni minimo dettaglio, se coinvolge la Juventus, venga ingrandito al massimo: è pesante. Ed è anche triste. Non vengono riconosciuti fino in fondo i risultati che stiamo ottenendo. Abbiamo vinto tante partite, stiamo dominando il campionato, abbiamo sempre giocato per vincere. Poi posso capire la rabbia di prendere un rigore al '95, dopo essersi battuti per tutta la partita. Però il rigore c'è e quindi di cosa stiamo parlando? Anche a noi quest'anno sono stati negati dei gol validi e dei rigori che c'erano, capita. Andiamo avanti. Qui ci dicono andiamo avanti, fa parte del lavoro e del gioco, non ci lamentiamo, non facciamo casini".

Chiosa finale sulla sua ex squadra, la Roma: "Vi confesso che in Europa League tifavo più Roma che Lione: mi è dispiaciuto tantissimo. Sono dei ragazzi a cui rimango affezionato e speravo di vederli arrivare fino in fondo. Purtroppo hanno incontrato una squadra altrettanto forte e noi lo sappiamo per averli incontrati in Champions. A Roma ho vissuto 5 anni bellissimi e continuo ad avere rapporti di amicizia con tanti di quei giocatori, abbiamo vissuto tante cose insieme. Il lavoro è una cosa, l'amicizia è un'altra".