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Nainggolan: “Resto a Roma finché non mi cacciano. Totti ci manca nello spogliatoio”

Le parole del belga: "Sto bene qui e sono felice. Di Francesco più tranquillo di Spalletti. Luciano si innervosiva anche perché leggeva una cosa sbagliata, o non so, sentiva una cosa e la faceva più grande di quella che era"

Redazione

Radja Nainggolan è forse nel suo momento più difficile da quando è alla Roma. La video di Capodanno e le prestazioni altalenanti stanno mettendo a dura prova la tranquillità del belga, ma i giallorossi non possono prescindere dalle sue giocate se vogliono risalire in classifica. Il numero 4 romanista ha parlato a Sky Sport di se e della Roma. Queste le sue parole alla trasmissione "I signori del calcio":

Gli inizi difficili e la vita privata.

Io sono cresciuto senza padre, quindi cerco di dare il massimo del mio tempo ai miei figli. Anche perché è un’esperienza che non raccomando a nessuno. Mia madre mi ha insegnato tanto, anche se poi sono andato via di casa abbastanza giovane, perché alla fine sono cresciuto in Italia. A 17 anni andare via di casa non è una cosa facile, ma ho cercato di crescere, sono maturato prima perché sono partito presto. Cerco di dare un po’ della mia esperienza di vita ai miei figli. Ecco quello che cerco di fare. Sono molto contento di come ho vissuto, anche se magari altre persone dicono che non sono un bell’esempio per i giovani. Io faccio il calciatore e l’educatore lo fanno altri. Io ho i miei figli e cerco di crescerli bene, ma nella vita privata faccio le cose giuste secondo me, e in partita mi sento sempre pronto.

Sulla Roma.

Qui a Roma sto benissimo, non vedo il motivo per cui dovrei andar via. Vivo bene, sono felice, ho tutto quello che devo avere, in questi casi neanche tutti i soldi ti possono far cambiare idea. Potrei firmare a vita per la Roma, anche perché ho rinunciato a tante squadre. A meno che la società un giorno decida di cacciarmi. In questo momento sono felice qui e l’importante per me è essere felice.

Su Spalletti e Di Francesco.

Caratterialmente penso che Di Francesco sia un po’ più tranquillo rispetto a Spalletti. Spalletti si innervosiva anche perché leggeva una cosa sbagliata, o non so, sentiva una cosa e la faceva più grande di quella che era. Di Francesco, invece, è uno che guarda soltanto al lavoro, che è convinto di quello che fa, di quello che vuole.

Su Totti.

Lui era un giocatore importante a livello mondiale, ovunque andasse la gente urlava sempre “Totti! Totti!”: penso che abbia guadagnato il rispetto sul campo per il campione che era. Quando si è ritirato, tutta la gente allo stadio era commossa ed era soltanto per quello che lui ha dimostrato in campo. Prima o poi la fine doveva arrivare, però farlo così, con così tanta gente, penso che per lui sia stato un momento brutto perché ha smesso, ma anche bello perché l’hanno seguito in tutto il mondo. È una persona molto importante per me, anche per il ruolo che ha oggi. Dentro lo spogliatoio un po’ manca, anche soltanto per il personaggio, la persona, il nome, perché rappresenta Roma. All’inizio, soprattutto, era un po’ particolare e difficile. Però, adesso, ha questo nuovo ruolo e viene spesso negli spogliatoi, cerca di essere presente. Penso che lui sia tranquillo, che stia bene, è comunque sorridente. È sempre una cosa buona per noi giocatori avere un ex giocatore che ci sta vicino e che ci può dare una mano.

Sulla sfida scudetto.

Bisogna sempre vedere quanto dura il Napoli, quanti cambi e quante energie hanno, sono tante le componenti. La Juve ha tanti cambi, tanti grandi giocatori. Per me il Napoli gioca un bel calcio, mi piace guardarlo, perché gioca un bel calcio. E non lo so se il Napoli potrà vincere, ma per come gioca in questo momento, il Napoli ha qualcosa di più degli altri.