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Monchi: “Sono il primo responsabile. È il momento di stare zitti e lavorare” – AUDIO – VIDEO

Il direttore sportivo spagnolo: "Dobbiamo migliorare tutti, Vogliamo una Roma vicina a quella che i tifosi desiderano. A volte ho detto frasi per difendere la società"

Redazione

È terminata la tanto discussa sessione invernale di mercato: la Roma ha salutato Emerson (direzione Chelsea) ed Hector Moreno, passato a titolo definitivo negli ultimi minuti alla Real Sociedad. Dzeko, dopo le voci che lo vedevano ad un passo dai Blues, alla fine è rimasto; stesso discorso per Nainggolan, che almeno per il momento non si trasferirà in Cina.

L'unico ad arrivare è stato Jonathan Silva, terzino mancino giunto dallo Sporting Lisbona, che ha incontrato i giornalisti alle 13.30 nella sala stampa di Trigoria. Presente anche il direttore sportivo Monchi. Ecco le sue parole: "Buonasera a tutti. Siamo qui per la presentazione del nuovo acquisto della Roma. Benvenuto a Jonathan, gli diamo un grande in bocca al lupo per questi mesi. Siamo convinti farà un buon percorso con noi".

Cosa l'ha colpita di Silva e in cosa deve ancora migliorare secondo lei?

Jonathan è un calciatore che conosciamo bene, ha fatto un bellissimo percorso all'Estudiantes, al Boca e allo Sporting. Pensiamo che sia un calciatore che ha le caratteristiche che stiamo cercando per il terzino sinistro che piace a Di Francesco. Ci sono cose che deve migliorare, è ancora giovane, ma ha tante qualità buone.

Un bilancio su questo mercato. 

Il bilancio a livello sportivo e a livello di acquisti e uscite penso sia stato normale: sono usciti Castan e Nura in prestito, poi Emerson e Moreno. E abbiamo fatto l'acquisto di Jonathan. Se guardiamo la partecipazione che hanno avuto i 4 giocatori che sono usciti non è stata tanta: Nura non ha giocato, Castan neanche, Emerson e Moreno hanno avuto una scarsa partecipazione. Sono convinto che abbiamo fatto il mercato di cui la società aveva bisogno. Sicuramente si poteva far meglio, ma era la linea che dovevamo avere. Quando sono arrivato a capire e a conoscere meglio questa società, per me è più facile lavorare. Sono convinto che devo migliorare per continuare il percorso che ho in testa per la Roma. Sono convinto anche che questi 9 mesi in cui sono stato qui siano una possibilità per fare ancora meglio.

Come società avete accontentato molto con rinnovi di contratto i giocatori forti, da Strootman a Nainggolan e De Rossi. Il monte ingaggi della Roma è il secondo della Serie A, questa squadra non può accontentarsi del quinto posto. Lei si aspetta qualcosa in più dai leader della squadra? 

Sono convinto che nessuno può essere contento di questo quinto posto. Non dobbiamo cercare responsabilità, ma trovare soluzioni. Il primo responsabile sono io, che sono il responsabile della costruzione della rosa e prendo decisioni. Se qualcuno cerca un responsabile del momento della squadra, è qui. Non bisogna cercare altrove. È vero che tutti possiamo migliorare, anche i calciatori, il tecnico e, evidentemente, il direttore sportivo. Sono convinto al 100% tutti nella squadra siano coscienti del fatto che c'è qualcosa da migliorare a livello individuale. Ma insisto: la responsabilità massima è del direttore sportivo, che ha l'autonomia, la responsabilità e la libertà della proprietà per decidere.

Quando si presentò qui a Roma, lei disse che non c’era il cartello ‘si vende’ ma ‘si vince’. Si aspettava che l'impatto con il calcio italiano fosse più facile? Si aspettava che il mercato italiano fosse più facile? Ha trovato difficoltà che non si aspettava? Tutta la situazione le era chiara sin da subito?

Un direttore sportivo qualche volta deve dire qualcosa per proteggere la società, e questa frase è stata una forma di protezione per la società. Credo che guardare indietro a quello che ho trovato qui non mi aiuta. Devo guardare in avanti e lavorare per costruire una Roma più vicina a quello che i tifosi vogliono. Oggi sportivamente siamo distanti, è il momento di stare un po' più zitti e lavorare di più. È il momento di mettere sul tavolo quello che abbiamo dentro e di capire che i tifosi sono arrabbiati. Guardare indietro non intesse niente a nessuno adesso. Dobbiamo guardare avanti e assumerci le nostre responsabilità, io per primo, perché questa società oggi ha un livello strutturale per me molto importante e a livello sportivo dobbiamo essere più vicini al livello strutturale della società. Non importa quello che pensavo in passato, l'importante per me è il presente e il futuro. Insisto: ora è il momento di stare un po' più zitti e lavorare di più.

Quanto Monchi abbiamo visto finora? Non credo sia venuto qui per fare un mercato come quello di gennaio. Da giugno potremo vedere il vero Monchi?

È vero che ho detto che ho scelto la Roma perché pensavo che qui si sarebbe potuto vedere il vero Monchi. Fino ad oggi è stata la frase più vicina alla realtà. Non so se lei conosce la mia storia, sicuramente sì perché lei è un grande e vecchio (ride, ndr) professionista. Si dice che Monchi è uno che vende e compra tanto, e qui fino ad oggi lo sto facendo. Le raccomando ancora di leggere il libro che parla di me, comincerà a capire che qui sto facendo Monchi. Sono convinto che devo migliorare. Mi prendo le responsabilità perché devo fare meglio, ma è vero che voi conoscete meglio di me questa città e questo club. Sono 9 mesi che sono arrivato e oggi sono convinto di due cose. Conosco meglio la società, quindi sarà più facile lavorare in futuro, e sono un miglior professionista rispetto a quando sono arrivato. Ne sono convinto al 100%. Non cerco alibi e mi assumo le mie responsabilità, ma il lavoro di un direttore sportivo non è solo il lavoro del presente. Per me sarebbe più facile non guardare a quello che è importante per la società e pensare solo a me, ma per il direttore sportivo della Roma per prima cosa c'è la Roma, per seconda c'è la Roma e dopo il ds.

La cessione di Moreno è stata un po' sorprendente, è stato il suo primo acquisto a Roma. Rifarebbe tutti gli acquisti che ha fatto nel suo primo mercato? Pensa di aver fatto un lavoro sufficiente, discreto, buono per quanto riguarda gli ingressi nella squadra?

Nel ruolo di direttore sportivo ho sempre la stessa idea: ogni giorno, ogni anno, ogni stagione, si impara. Io 6-7 anni fa ho imparato che quando uno fa un acquisto, e questo acquisto per qualcosa non va bene, la cosa migliora e da fare è fermarsi. Per me sarebbe stato più facile dire 'Hector continua', ma credo non sia andato bene, dobbiamo riconoscerlo. Abbiamo trovato un'offerta ieri mattina più o meno dello stesso prezzo per il quale l'abbiamo portato a Roma, e abbiamo deciso di fare questa cessione. Dobbiamo pensare anche che il giocatore ha la sua opinione, voleva giocare per andare bene al Mondiale. Eravamo tutti d'accordo. Insisto: per me è più onorevole riconoscere l'errore ma non continuare nell'errore. Abbiamo trovato una soluzione buona per la società dal punto di vista economico, e l'abbiamo fatto. Capitolo acquisti: possiamo parlare di ognuno, ma ci sono tante cose che influiscono nel rendimento. Posso portare esempi di giocatori che nei primi sei mesi non hanno fatto bene e poi sono diventati giocatori importanti qui in Italia, ma anche in Spagna, in Francia, in Portogallo. Sono convinto che i calciatori che abbiamo preso più prima che dopo cominceranno a giustificare i loro acquisti. È vero che qualcuno è difficile. Karsdorp è infortunato, Schick non è mai stato al 100% perché infortunato, per Under parliamo di un giocatore arrivato dalla Turchia e che non parla italiano, ma nelle ultime partite è più vicino a quello che pensiamo di lui. Ne sono convinto. Dobbiamo aspettare perché dare oggi un giudizio per me è ingiusto. Tutti dobbiamo migliorare, anche i calciatori. Ma credo ci sia un tempo di adattamento di cui tutti hanno bisogno.

In questi 9 mesi l'hanno delusa i calciatori che ha trovato qui? Sono passati 14 allenatori in 14 anni: oggi si sente già di dire che Di Francesco sarà l’allenatore della Roma anche il prossimo anno?

L’allenatore non è un tema. Non ho niente di cui parlare, se non aiutarlo giorno per giorno in quello che posso. Sui giocatori è difficile fare una riflessione oggi che siamo quinti e abbiamo fatto sette partite senza vincere. Per me questa squadra ha tanta qualità. Li vedo allenarsi e per me sono giocatori veramente forti, lo dico di cuore. Qualità fisica, tecnica. Alcune volte una squadra non perde solo per una questione tattica o tecnica. A livello tecnico-tattico e fisico, sono convinto che la squadra è forte. Anche a livello individuale. Sono sorpreso. Quando sono arrivato ad aprile, ero un po’ più rilassato di adesso e ho trovato giocatori di livello veramente alto. Se questa domanda l’avesse fatta l’8 dicembre saremmo stati tutti convinti della mia opinione, ora è difficile perché il momento non è buono, ma io non cambio idea su questa squadra. Abbiamo venduto un giocatore al Chelsea che ha giocato una partita per tanti soldi. Questo vuol dire che la squadra è forte ed ha giocatori di livello.

Blind era un obiettivo della Roma? C’è stato qualche problema nella trattativa?

Rispondo prima alla domanda su quando abbiamo contattato Jonathan Silva. Noi abbiamo parlato con il suo procuratore prima dell’inizio del mercato, quando abbiamo iniziato a sentire alcune cose intorno ad Emerson. Blind è uno dei tanti nomi usciti in questi mesi: è stato offerto 3-4 giorni fa, è stato valutato a livello sportivo ed economico, e abbiamo concluso che non era il giocatore che noi volevamo prendere sia a livello sportivo che economico. Non possiamo dimenticare l’aspetto economico, altrimenti prendiamo tutti i campioni del mondo. È stato offerto, valutato, e abbiamo deciso di no.

La Roma ha già ricevuto offerte per Alisson?

No, nessuna offerta. Lasciatemi più o meno una settimana di pausa prima di cominciare a parlare del prossimo mercato. Non abbiamo ricevuto alcuna offerta. Ho una piccola domanda per voi: cominciare a parlare di chi resta e chi va oggi 1 febbraio aiuta poco la squadra. Lasciamo un po’ da parte il mercato, che è finito ieri, e cominciamo a parlare di gioco, di risultati, di tattica e tecnica, così sicuramente sarà meglio per tutti.