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Monchi: “Roma club importante, ma non è ancora chiusa. Spalletti? Non so se resterà” – AUDIO

Il d.s. è sempre più vicino: "E' vero, i giallorossi sono lì, ci sono stati contatti e il progetto mi piace, ma non ho ancora firmato nulla. Il tecnico? Non ho approfondito così tanto con la società. Luis Enrique mi piace"

Melania Giovannetti

Monchi torna a parlare del suo futuro e non solo, e lo fa attraverso i microfoni della trasmissione radiofonica spagnola “El partidazo de COPE”. L’ormai ex ds del Siviglia è ad un passo dalla Roma, ma continua a mantenere un profilo basso: “Quando annuncerò l’accordo con la Roma? Quando si arriverà ad un accordo con un club ve lo farò sapere. L’ho detto più volte: la Roma è lì, ci sono stati contatti, però non c’è nulla di chiuso. Il progetto mi piace. È vero, l’ho già ammesso pubblicamente, li ho incontrati a Londra. La Roma è un club importante. Il problema è stato uno: il fatto che la notizia sia trapelata. Quando uno fa un cambio così grande nella sua vita, è normale ascoltare di cosa si tratta”. Così come è normale parlare del futuro e anche degli allenatori in ottica giallorossa: “Si è parlato della coppia Monchi-Luis Enrique per la Roma? (ride, ndR) Non so se Spalletti continuerà ad allenare la Roma, non ho approfondito così tanto con il club. Luis Enrique? Sarei cieco a dire che non mi piace. I suoi risultati sportivi sono magnifici. Sampaoli? Credo che resterà qui".

Nelle settimane scorse si è parlato anche di possibili offerte da parte di Real Madrid e Barcellona: “No, direttamente non c’è stata alcuna offerta. Mi ha chiamato qualcuno dicendomi che una delle due squadre avrebbe potuto chiamarmi, ma non ho avuto contatti con i presidenti, anche se vado d’accordo con Florentino Perez. Ho tenuto la porta molto chiusa. Sono stato molto felice, non avevo bisogno di altro e ho vissuto cose che potevo solo sognare. Toccare il cielo più volte con il tuo club, non c’è nulla di più grande. In Spagna non andrei da nessun’altra parte”.

Io il migliore? No, mi considero il direttore sportivo di un club che ha lavorato molto ed è migliorato - prosegue Monchi -. Non so chi sia il migliore, mi piacciono quelli del Borussia Dortmund, del Porto, della Juve e dell’Inter. Ho acquistato giocatori anche senza vederli giocare, ma mai senza che uno del mio staff non l’abbia visto. Mi piace portare avanti le trattative. Parlo con il calciatore, è fondamentale la sua voglia di venire qui. Normalmente chiamo, Whatsapp lascia tracce”.

Nel corso dell’intervista, Monchi racconta il momento in cui ha deciso di lasciare il Siviglia: “Alla fine di maggio ho detto al club che volevo andare. La società non ha reagito bene. Quando sono tornato dalle vacanze estive ho continuato ad insistere. Ma mentre resto qui, continuo a pensare al Siviglia”. Chiosa finale sul suo modo di lavorare e fare mercato: “L’allenatore deve delineare il profilo del giocatore di cui ha bisogno e poi sta al ds ed al suo staff dargli un nome”.