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Lutto nel calcio, è morto Gigi Radice. I tifosi: “La tua Roma giocava col cuore” – FOTO

All'età di 83 anni si spegne uno degli eroi dell'ultimo Scudetto del Torino nel 1976. Rizzitelli: "Un gentiluomo che fece innamorare Roma"

Redazione

Luigi Radice, ex allenatore tra le tante di Milan, Inter, Torino e Roma, scompare oggi all'età di 83 anni. Da anni soffriva di morbo di Alzheimer. Nato a Cesano Maderno, da calciatore è stato una bandiera del club rossonero, dove gioca otto stagioni non consecutive tra il 1955 e il 1965 vincendo tre campionati e una Coppa Latina, antenata della Coppa dei Campioni

Nella sua lunghissima carriera da mister vinse l'ultimo scudetto Granata nel 76 e passò anche dalla Capitale allenando la squadra giallorossa nella stagione 89-90 arrivando al 6° posto.

Anche i tifosi hanno voluto dedicargli un ricordo. "La tua Roma giocava col cuore. Ciao Gigi": così recita lo striscione del Gruppo Roma.

È arrivato nel pomeriggio anche il cordoglio sui social da parte del club capitolino: "La Roma piange la scomparsa di Luigi Radice, allenatore giallorosso nella stagione 1989-90. Ai familiari va l’abbraccio della Società e dei tifosi romanisti"

"È la figura di un calcio che non c'è più. Dietro l'allenatore, e sappiamo tutti cosa ha fatto, c'era la persona: noi giocatori andavamo al campo per allenarci ma anche perché c'era lui che ti faceva ridere con le sue battute e i suoi scherzi". È questo il ricordo di dell'ex attaccante della Roma, Ruggiero Rizzitelli, suo giocatore in giallorosso nella stagione 1989-1990. "Radice venne preso per una stagione da traghettatore prima dell'avvento di Ottavio Bianchi -prosegue Rizzitelli -, invece una volta arrivato a Roma fece innamorare noi giocatori e la tifoseria. La squadra fece una annata strepitosa, giocavamo al Flaminio perché all'Olimpico c'erano i lavori in vista dei mondiali del 1990 - le parole riportate da AdnKronos -. Fu una annata che doveva essere di passaggio e invece fece innamorare tutti. A fine anno era scritto l'arrivo di Bianchi, durante le vacanze estive io ero al mare e mi chiamò Cazzaniga, il suo secondo, per dirmi di convincere Radice che non voleva firmare per nessun'altra squadra perché era convinto di essere richiamato a Roma: era così innamorato della piazza che non voleva firmare con nessuno".