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Juventus-Roma, c’era una volta la crociata

Il club di Agnelli è sempre stato più forte, ma non c'è mai stata rassegnazione. Ora si va con l'aria da condannato al patibolo

Francesco Balzani

Ci si credeva, comunque e nonostante tutto. Juventus-Roma dopo il derby è sempre stata la partita più sentita, più aspettata, più vissuta con un misto di ansia, rabbia sportiva e voglia di vincere. E - se escludiamo due periodi storici (gli anni ’80 e i primi anni del 2000) - il club degli Agnelli è sempre partito favorito. E’ sempre stato più forte tecnicamente, economicamente, politicamente. Eppure non c’era rassegnazione, anzi. I torti arbitrali, quella sensazione di essere danneggiati oltre i veri demeriti in campo hanno sempre spinto tifosi, presidenti e squadre a dare più del 100%. Così in un 23 dicembre del 1995 la Roma di Mazzone e Giannini vinceva 0-2 a Torino impedendo alla Juve di prendersi uno scudetto che aveva quasi in tasca. Lo stesso avvenne all’Olimpico quando Muzzi a pochi secondi dal triplice fischio fece scoppiare un Olimpicobellissimo. Episodi rari, ma non di certo unici.

Pure nelle sconfitte la Roma tornava da Torino spesso con più applausi e fischi. Come nel 1998 quando un fallo in area su Gautieri, evidente come la neve a dicembre al Polo Nord, scatenava polemiche e vergogna. Qualche anno dopo scoppierà Calciopoli. Cult da film sportivi come il violino di Garcia, il 4 e tutti a casa di Totti a Tudor, la rimessa laterale di Aldair, i gol di Nakata e Montella nell’anno dello scudetto (c’era pure Di Francesco) o quello di Falcao nel 1981 senza dimenticare Paulo Sergio, Riise o gli interventi al limite del penale di Samuel su Conte. C’era sempre qualcosa da raccontare, c’era sempre una crociata da compiere.

Oggi, invece, si va verso questo Juventus-Roma con l’aria del condannato al patibolo. “Speriamo di non prenderne più di tre”, è il commento più comune ascoltato nei bar, sui social, per le radio. Non c’è nemmeno voglia di combattere, anche perché le ultime spedizioni a Torino si sono chiuse con sconfitte anonime, con un risultato già scritto. Oggi manca quella rivalità, e manca pure agli juventini che ormai hanno spostato il loro “odio” sportivo verso il Napoli. Quel “ma tanto ce la rubano” è diventato “magari ce la rubano”. Perché vorrebbe dire che Florenzi e compagni hanno lottato. Juventus-Roma, per come è stata vissuta da molti di voi, si è presa una pausa.  L’ultima vittoria risale al 2010, nella Juve c’era Amauri. Oggi c’è Cristiano Ronaldo. In quella Roma però c’era pure tanta speranza, oggi c’è solo rassegnazione.

Non mollate: giocatori, allenatori, dirigenti. O almeno voi tifosi non lasciate che Juventus-Roma diventi una partita normale, da perdere solo perché gli Agnelli sono più forti. Ricordate quel lunedì, ricordate che voi siete romanisti.