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Italia, Di Biagio: “De Rossi a marzo non ci sarà, serve provare qualcosa di nuovo ma ne riparleremo”

Il ct azzurro sul capitano giallorosso: "Io Daniele me lo porterei a casa tutta la vita, anche per l'importanza dentro e fuori dal campo. Non escludo niente"

Redazione

Il nuovo corso della Nazionale con Gigi Di Biagio, che sia più o meno breve, sta per avere inizio con le amichevoli in programma tra pochi giorni. Non ci saranno alcuni senatori azzurri che hanno dato l'addio all'Italia dopo la cocente eliminazione dal playoff per i Mondiali. Tra questi anche Daniele De Rossi, di cui ha parlato lo stess ct, ospite a Sky Sport: "Alcuni giocatori avevano dato l'addio alla Nazionale e io ho parlato solo con loro per questo motivo, non perché fossero i più importanti. Barzagli e Buffon avevano detto stop, Chiellini e De Rossi erano in dubbio e io ho voluto parlare prevalentemente con loro. Quelli convocabili li convoco o no. Barzagli mi ha detto che non se la sente più e io gli ho risposto che avrei comunque voluto provare qualcosa di diverso. C'è stata molta onestà tra di noi. A Chiellini ho detto di aver bisogno di lui, in una ripartenza c'è bisogno di qualcuno più esperto che faccia capire ai ragazzi".

Sul capitano romanista: "De Rossi? Ha glissato un pochino, perché lui giustamente dice 'sto giocando e sto giocando bene quindi vediamo quello che succederà'. Adesso a marzo non verrà, anche se mi dispiace perché uno come Daniele me lo porterei tutta la vita a casa, ma gli ho detto che devo provare anche qualcosa di nuovo. E siccome lui viene da un infortunio, adesso non lo porterò. Non so se resterò io, ma in caso rivaluteremo la situazione insieme. Io però ho l'obbligo di provare qualcosa di nuovo in alcune posizioni del campo. Vediamo, Daniele poi è un giocatore talmente importante nel discorso di un bisogno dentro e fuori dal campo che non escludo assolutamente niente".

Poi su Buffon: "Nei prossimi giorni mi darà una risposta, è entusiasta per darmi una mano dentro e fuori dal campo. Smentire una cosa che non esiste è deprimente... Ho fatto un discorso chiaro a Gigi: non deve finire con la Svezia e mi serve in campo e fuori dal campo, poi vedremo per quante partite. La sua presenza è fondamentale in campo e non. Con Gigi comunque siamo in sintonia, è tutto a posto".

Sulla Nazionale: "A che punto siamo? Non siamo a livelli di Germania, Spagna, Brasile. E' evidente. Ma per me c'è qualità, soprattutto nei ragazzi più giovani. Bisogna farli giocare nei ruoli in cui sono più a loro agio. Sanno giocare a calcio e per me devo essere in grado di sfruttare il lavoro dei club. Se io ho gli attaccanti forti gioco col doppio attaccante, se non stanno al meglio utilizzo più gli esterni o gli interni. Ma dipende dal momento, dall'avversario… Senza dimenticare che ci sono ragazzi che non stanno giocando tanto. Bisogna capire cosa ci andiamo a giocare. Ho avuto la fortuna di fare 70/80 partite a livello internazionale e se i nostri hanno qualità ma non continuità faranno fatica. E' questo che cercherò di far capire. Abbiamo poco tempo? E' un problema di tutte le nazionali. Ci sono pochi italiani come scelta ma non sono io a dirlo, è un dato di fatto. Cercherò di ottimizzare le esercitazioni. Devi conoscere per bene i giocatori, non solo nel momento in cui li convochi. Devi parlare con loro, con gli allenatori, con i preparatori. E poi però bisogna andare in campo. Noi oggi andiamo con una Nazionale che non è quella di 20 anni fa, quindi bisogna lavorare in una certa maniera. Se posso restare ct? Mi hanno chiesto quale fosse il mio obiettivo. Nella mia vita sono stato realista ed ambizioso e lo confermo anche oggi. Non penso sia importante l'allenatore o il presidente della Federazione, è importante la squadra. Ridare un senso di appartenenza.

Sul modulo: "Amichevoli? Non esistono amichevoli… Io mi vado a giocare tanto. Non mi devo precludere nessun tipo di soluzione. Se ho attaccanti forti li devo utilizzare, se ho esterni forti, userò un altro modulo. Voglio iniziare ad usare una difesa a 4 ma so che le cose possono cambiare. Vorrei provarci però, per poi cambiare qualcosa più avanti. Il modulo di riferimento? Mi piace il 4-3-3 con gli esterni offensivi. Adesso però non vorrei che passasse il messaggio: 'giocherò col 4-3-3'. Devo trovare una soluzione, vedere cosa mi dà il campionato. Milan? Sono contento, perché ha dimostrato che Bonucci può giocare a 4, l'ho sempre pensato. Su Romagnoli, non mi spiegavo perché non facesse quel salto di qualità. Per me anche lui è un grandissimo giocatore.

Sui giovani: "Qualcuno della mia Under21 è già andato in Nazionale maggiore con Ventura. Per esempio Chiesa, che può venire nella Nazionale A. Barella anche si sta mettendo in mostra. Negli scorsi bienni ci sono stati dei centrocampisti che possono arrivare. Mandragora è stato un anno fermo ed ora sto ricominciando a vedere il giocatore di qualche anno fa. Lui può fare il centrocampista basso, l'interno e il centrale di difesa. E' intelligente e duttile, può giocare in diversi ruoli. Verratti e Insigne? Due ottimi giocatori. Sono l'esempio classico di due giocatori che devono essere messi in condizioni particolari per esprimere il proprio calcio. Per Marco, dipende da chi sono gli altri centrocampisti. Un attaccante del futuro? Ci devono bastare quelli che abbiamo e sono contento di quelli che abbiamo. Oggi ho l'obbligo di sfruttare al massimo quello che abbiamo. E mi soddisfa. Balotelli? Il discorso del comportamento: basta! O si porta o non si porta. Nelle ultime 10/15 partite l'abbiamo visto dal vivo e in tv. Quando si valutano i giocatori si prendono in considerazione i gol ma anche le prestazioni. Si vede a 360 gradi quello che un giocatore fa in campo. Cutrone è l'attaccante titolare dell'Under21, non dimentichiamo che è un '98. Negli ultimi tempi ho fatto giocare anche Bonazzoli, Favilli. Andiamo molto sulle scommesse. Abbiamo problemi di Nazionale A ma anche in Under21… E' perché alcuni li conosciamo dall'Under15. Ci sono dei ragazzi che se hanno 50/70 partite internazionali è grazie a noi. C'è stata una simbiosi con le altre Under. A mio avviso l'allenatore dell'Under21 deve conoscere tutti i giocatori delle altre Under, per poi capire chi può arrivare in alto.Conosco tutte le problematiche di Coverciano, tutte le dinamiche delle convocazioni. Questo è un grande vantaggio.

Su Berardi: "Lui doveva andare via 2/3 anni fa perché non aveva più senso che restasse là, con tutto il rispetto per il Sassuolo. Si è voluto fermare, non si capisce perché. Per me è uno dei talenti più belli del nostro calcio. Io voglio recuperarlo ma lui deve aiutarmi. Mi dispiace perché a volte viene dipinto diversamente da ciò che è. Mi ha sempre dato la massima disponibilità e non capisco perché non riesca a fare questo passaggio.

Di Biagio continua: "Oggi c'è un sentimento diverso verso la Nazionale da parte dei giocatori? Può darsi che il club metta pressioni ma tutti vogliono venire in Nazionale, anche con una gamba. Quello che è successo con la Svezia… Lì comunque c'era un gruppo eccezionale. Il gruppo era solido e compatto. Il senso di appartenenza c'è eccome.

Sul futuro: "In caso di mancata conferma sulla panchina azzurra? Non ho un progetto. Oggi mi sento un uomo federale, perché mi piace lavorare in questo contesto e con i giovani. Ma non so cosa succederà. Mi sono arrivate diverse richieste da club di Serie C, B ed A. Ma non mi sento di dire cosa succederà. Ne abbiamo parlato anche con la Federazione, penso che siano contenti di quello che ho fatto in questo periodo. Ad oggi però non c'è una direzione. Anche perché l'anno prossimo c'è un Europeo in Italia in cui dovremo essere protagonisti. Io devo cogliere al volo questa occasione e sfruttarla, ma non so cosa succederà. Devo pensare solo a fare bene e basta. Il calcio è questo. Ogni settimana cambia tutto. E poi il calcio sta cambiando di nuovo. Si deve ritrovare la soluzione migliore nel momento in cui tutti stanno cercando di fare una determinata cosa. Mi piace giocare a calcio, essere propositivo. Ma si può giocare anche in un altro modo.