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Inchiesta Parnasi, parla Berdini: “Totti e Pallotta usati per portare consensi”

L'ex assessore all'urbanistica: "Ho detto da subito che quel ponte non serviva alla città, sono stato tenuto all'oscuro dei problemi sulla viabilità per portare avanti il progetto"

Redazione

Ancora ombre su Luca Parnasi, numero uno di Eurnova e il costruttore che si sarebbe dovuto occupare del nuovo stadio a Tor di Valle. Dopo l'arresto nell'ambito dell'operazione 'Rinascimento', nei giorni scorsi è arrivata la revoca dei domiciliari e l'obbligo di firma tre volte alla settimana e di dimora a Roma. Intanto durante la trasmissione Report su Rai Tre, è tornato a parlare Paolo Berdini, ex assessore del Comune di Roma: "Nelle prime riunioni con la Roma dissi che il famoso ponte non serviva alla città, e che lo avrebbero dovuto costruire loro. La vecchia via del Mare sarebbe collassata. Dal ‘no’ assoluto si è passati al sì, qualcosa è successo e mi è sfuggito. Loro pensavano che famo sto stadio detto da Totti o Pallotta avrebbe portato consenso". Berdini ha poi aggiunto come lo stesso Parnasi volesse tenerlo all'oscuro dei problemi sulla viabilità: "Ci sono intercettazioni di gravità assoluta. E anche un tecnico di Parnasi parlava di collasso, ma l'importante era che io non lo sapessi e che si andasse avanti".

Punti interrogativi anche sulle cubature, scese da 900 mila metri cubi ai 600 mila con l'approvazione della sindaca Raggi e del Movimento5Stelle: "Se prendi il progetto dello stadio, le superfici di distribuzione interna e le aree di sosta non vengono conteggiate come superfici - ha detto Francesco Sanvitto dell'associazione tavolo della libera urbanistica -. Con una piccola postilla scritta li dentro hai un terzo di cubatura in più".