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Il primo abbraccio, non troppo stretto

LaPresse

Carica, silenzio e fiducia: l'abbraccio dei tifosi giallorossi al Tre Fontane è stato pacato, ma non è mancato l'entusiasmo

Francesco Balzani

Le code fuori al Tre Fontane non ci sono, il traffico nemmeno, il parcheggio (siamo sempre a Roma) neanche a parlarne. Insomma non c’è stato l’assalto dei tifosi per dare il primo abbraccio alla nuova Roma di Di Francesco. L’entusiasmo degli oltre 700 che hanno occupato la tribuna però non è mancato. Il primo pensiero è stato per Ronaldo. Così è stato rispolverato il coro “che ce frega de Ronaldo noi c’avemo Dzeko gol”. E che una volta era dedicato al confronto Salas-Totti. Ci sono cori pure per i nuovi (Pastore e Kluivert) e per i vecchi eroi di Champions. Su tutti De Rossi, Dzeko e Manolas. Insomma c’è voglia di suonare la carica, di ricordare che anche senza Cr7 si può giocare a calcio. E magari pure vincere. Poi c’è il silenzio per ascoltare le urla di Di Francesco, i dialoghi tra il jolly Pastore e il resto della squadra, le indicazioni di De Rossi e la voglia di Under. Qualche applauso, altri cori, il caldo, e il sottofondo del traffico sul ponte della Magliana e in lontananza quello sulla Roma-Fiumicino dove passa chi parte e chi torna, e da dove nelle prossime settimane potrebbe arrivare un altro colpo in entrata. Il primo abbraccio, insomma, è stato pacato, attento, ma pure carico di fiducia. Quella stessa fiducia che hanno predicato oggi Strootman e Manolas, e che Di Francesco continua a trasmettere alla squadra