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Godi Roma: quando il derby diventa l’incubo dei laziali

Luca Benincasa Stagni

Non poteva mancare in questo tuffo nel passato anche Francesco Totti. Il capitano giallorosso, fin dai primi anni in giallorosso, si è reso protagonista dei più svariati sfottò nei confronti dei cugini. Il Pupone, infatti, non solo ha segnato 11 gol, uno in meno di Dino Da Costa (il capocannoniere romanista nei derby, che però ne realizzò uno in un match non ufficiale), ma fin dalla sua prima rete nella stracittadina ha trovato un modo per sfottere i cugini. Dalla maglietta “Ragazzi Carica! esibita sotto la Sud dopo il primo gol alla Lazio nel 1998, passando per la celebre Vi ho purgato ancora, per arrivare alla recente: “Stai sempre a parla’, mo che te vuoi inventa’…GAME OVER”. E poi il selfie dopo la doppietta, con tanto di spaccata, nel 2015, i pollici versi nel 2010, quando la Roma sognava lo scudetto e la Lazio annaspava per non retrocedere in serie B. Totti èstato da sempre una grana e una spina nel fianco per i tifosi ed i calciatori laziali. Una prova? Chiedetelo a Radu. E’ il 13 marzo 2011, il terzino romeno, infastidito da Totti e Simplicio che continuavano a proteggere palla sul punteggio di 1-0, accenna una testata al brasiliano e viene espulso. Dalla Curva Sud prima parte il coro “scemo, scemo” e poi “state a rosica’”. Il derby finisce 2-0, doppietta di Totti e quinto derby vinto consecutivamente. Non era mai successo nella storia delle stracittadine romane.

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