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Fuser: “Il derby di Roma il più sentito d’Italia. Preferisco Totti a Mancini”

L'ex centrocampista di entrambe le squadre della capitale ha parlato della stracittadina di domenica prossima

Redazione

Diego Fuser, doppio ex di Roma e Lazio, è intervenuto al portale RadioGoal24, parlando del derby di domenica prossima, una gara che è tornata ad essere quest'anno di alta classifica. Queste le parole dell'ex centrocampista giallorosso:

Tu hai giocato dal 1992 al 1998 con la Lazio, mentre dal 2001 al 2003 ha vestito la maglia giallorossa. Da giocatore, come lo vivevi il derby?

E’ sicuramente il derby più sentito in Italia, se ne parla quindici giorni prima dall’inizio della gara. E’ un derby molto caldo”.

Derby molto caldo, anche se abbiamo visto che dovrebbero esserci 30/35 mila spettatori. Sarà diverso da quelli giocati da te, giusto?

Si è diverso perché io mi ricordo un Olimpico pieno ed era il massimo per un giocatore; con meno spettatori la partita è meno avvincente”.

E’ un derby ad alta quota come quando li giocavi tu. Hai anche realizzato un goal in un 4-1 di Coppa Italia, giusto?

Si, esatto. E’ un derby ad alta quota con le due squadre che stanno bene fisicamente ed esprimono un bel gioco. Speriamo di vedere una partita con molti goal in modo tale da far divertire entrambe le tifoserie. Ci sono tutti i presupposti che sia una bella partita. Speriamo non succeda nulla fuori dal campo”.

Tu hai giocato con Mancini, nella Lazio, e con Totti, nella Roma. Come li ricordi?

Mancini era un grande giocatore, anche se in campo era un rompipalle; Totti, invece, era più rispettoso con in compagni e non insultava nessuno. Tra i due preferivo Totti”.

Possiamo, quindi, dire che Mancini era già un allenatore?

Si, anche se l’allenatore lo puoi fare in un modo più garbato; a me dava fastidio che se la prendeva con quelli che avevano poca personalità. Io ci litigai proprio perché avevo il mio carattere”.

Non ti chiedo un pronostico ma, secondo te, Totti potrà essere decisivo in questo derby?

Assolutamente si, perché anche se gioca per soli dieci minuti può risultare determinante. Per me può giocare fino a cinquant’anni”.

Un tuo ricordo, con l’Italia, per quanto riguarda la spedizione dell’Europeo del 1996. Come fu quella spedizione?

Per me fu una spedizione molto positiva, giocai quasi tutte le partite. A livello di squadra fummo sfortunati”.