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Funerale Astori, applausi per la Fiorentina. Presenti Totti, Nainggolan e Florenzi – FOTO – VIDEO

Funerale Astori, applausi per la Fiorentina. Presenti Totti, Nainggolan e Florenzi – FOTO – VIDEO - immagine 1
L'ultimo saluto al difensore della viola, scomparso domenica scorsa

Redazione

L'ultimo saluto di Firenze a DavideAstori. È iniziato alle 10 il funerale del difensore della Fiorentina, scomparso la scorsa domenica per una bradiaritmia a Udine, dove avrebbe dovuto giocare la partita con la sua viola. Questa mattina l'abbraccio di tutta la città e non solo: delegazioni delle squadre di Serie A e B, giocatori e tecnici hanno voluto presenziare al funerale che si è tenuto nella Basilica di Santa Croce, nella piazza almeno diecimila persone. Per la Roma presenti Totti, Florenzi, El Shaarawy, Nainggolan, De Rossi, Pellegrini, Baldissoni e Balzaretti. Momento di grande commozione per l'arrivo della Fiorentina, pronta a dare l'ultimo saluto al loro capitano.

Poco dopo le dieci il feretro è stato portato nella Basilica di Santa Croce tra gli applausi dell'intera piazza. Prima la salma si era fermata fuori dallo Stadio Franchi. Presenti nella chiesa le delegazioni di tutte le squadre di Serie A, compresa la Juventus che ieri sera ha disputato l'ottavo di Champions a Londra. Non solo sportivi, a rendere omaggio ad Astori anche cantanti e vip.

"Siamo qui a pregare per Davide, in questa basilica che l'Italia ha voluto fosse il sacrario degli uomini più illustri che l'hanno onorata, e che custodisce le virtù più alte del nostro popolo". Lo ha affermato il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, aprendo la cerimonia funebre di Astori. "Queste virtù noi riconosciamo in Davide - ha aggiunto - e per questo lo salutiamo in questo luogo".

Questa l'omelia del cardinale Betori: "Il modo improvviso e crudele con cui il capitano ci è stato tolto, ci rinvia alla nostra povertà di creature, che non dispongono di tutto ma che le cose essenziali le ricevono, a cominciare dalla più essenziale, la vita. Una morte, quella di Davide, che ci richiama a maggiore umiltà, a tanta gratitudine, a quel senso del limite che spesso manca in questo tempo di superbia. E non a caso, nel fare memoria del capitano, molti hanno ricordato la sua umiltà, il senso di responsabilità, la semplicità e la modestia che lo rendevano a tutti così caro. Al tempo stesso, mentre contempliamo la fragilità della vita, ne scorgiamo anche la grandezza e lo splendore, quella preziosità che la fa tanto rimpiangere quando viene meno - ha aggiunto il cardinale Betori - E anche sulla bellezza della vita c'è un messaggio importante che la morte di Davide Astori lascia a tutti noi. Non sempre e non dappertutto la vita è riconosciuta nel suo valore. C'è chi la mette in pericolo con modelli di comportamento nocivi, e chi minaccia la vita degli altri o non ne rispetta la dignità. Troppi nel mondo vedono la loro vita disprezzata, fatta merce, usata, emarginata, non circondata dalle dovute cure. Abbiamo scoperto in questi giorni, con ammirazione, l'impegno del capitano per i bambini malati nel nostro ospedale Meyer e in Paesi lontani. Ma non meno significativa è stata la testimonianza di suoi compagni più giovani, che nella squadra si sono sentiti da lui accolti, indirizzati, sorretti - ha sottolineato l'arcivescovo di Firenze - La sua vita spezzata da un male misterioso richiami tutti noi a prenderci cura della vita degli altri, soprattutto dei più deboli e dei più miseri. In ogni vita umana è nascosto il germe di vita divina".

Filmato di violanews.com

In lacrime, al termine del funerale Marco Astori, fratello di Davide, ha voluto leggere un messaggio: "Vi ringrazio per essere venuti. In questi giorni ci avete dimostrato quanto volevate bene al mio Davide. Non ci sono tante parole, dicevo sempre a lui che quando faceva le interviste diceva sempre le stesse cose e quindi faccio la stessa cosa anche io: un abbraccio forte a Francesca, a Vittoria e a tutti. Ciao Davide". Nel momento dell'uscita del feretro, molti tifosi hanno intonato le note dell'inno della Fiorentina, tributando anche cori e sciarpe al proprio capitano.