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El Shaarawy: “Il mio idolo è Kaká. Per diventare un campione ci vuole testa e umiltà” – VIDEO

L'attaccante risponde alle domande dei tifosi giallorossi riguardo ai gusti personali in fatto di cinema, cucina e molto altro

Redazione

Stephan El Shaarawy, attaccante della Roma, risponderà alle domande dei tifosi giallorossi e dei suoi fans in diretta sul profilo Facebook della Roma, nell'appuntamento #AskElSha.

Chi era il tuo idolo da bambino?

E' sempre stato Kaká, l'ho seguito da quando ero piccolo quando giocava nel Milan. E' un esempio per me, sia dentro il campo sia fuori. E' un ragazzo molto umile, poi quando l'ho conosciuto mi ha confermato ciò che pensavo.

Cosa mi consigli per diventare un calciatore?

Credici, mettici determinazione e passione. Prendi il calcio però come un divertimento, poi le qualità devono essere migliorate. Ci vuole anche la testa, devi applicarti ed essere continuo. La testa fa la differenza.

Il tuo posto preferito di Roma?

Roma città favolosa, posti bellissimi ce ne sono tanti. Il Colosseo mi ha colpito particolarmente, non c'ero mai stato. Quando ero stato a Roma avevo visto piazza di Spagna, ma il Colosseo... Anche l’EUR è una zona molto tranquilla, a me piace star tranquillo e mi trovo molto bene anche lì.

Posto preferito in Italia?

Casa mia, Savona. Sono nato e cresciuto lì, ogni volta che ho il giorno libero ci vado. Mi rigenera, c’è la mia famiglia, ho preso casa sul mare, mi rilasso con tutti i miei amici.

Che rapporto hai con Salah? Ci parli del tuo rapporto con l’Egitto?

Con Salah bellissimo rapporto, è una grandissima persona oltre che un grande calciatore. E’ molto umile, più maturo della sua età. Ha la testa sulle spalle e grandissimi valori, ora sta imparando l’italiano e comunichiamo meglio. Sono molto legato all’Egitto, il paese d’origine di mio padre. Io non so l’egiziano e lui mi traduce i messaggi che mi arrivano in egiziano. Ad Alessandria sono andato che ero piccolo, poi ho fatto tutto il giro dell’Egitto. Poi sono stato dai parenti di mio padre, vicino al paese di Salah, vicino a Il Cairo. Ultimamente non sono andato per i vari impegni, ma ci tornerò.

Una tifosa: mi vuoi sposare, o anche solo fidanzarti con me?

Mi limito a salutarti, ma ti ringrazio.

Com’è nata l’esultanza con la dab con Paredes?

Prima della partita ci siamo detti che se uno di noi avesse segnato avrebbe fatto la dab e fortunatamente è successo.

Attori preferiti?

Denzel Washington e Will Smith.

Serie tv?

Ho guardato Lost, anche se più vai avanti meno capisci. Ti prende tantissimo. Sono stati sei anni a girare questa serie alle Hawaii. E poi Prison Break.

Hai animali domestici?

No.

Con chi hai legato di più?

Con Momo ovviamente, andiamo anche a cena. Ma con tutti i compagni, davvero. C'è un grande gruppo, dopo una vittoria andiamo sempre a cena insieme per stare più uniti, poi i brasiliani ci mettono del loro a fare gruppo, sono sempre allegri e sorridenti.

L’infanzia?

Sono riuscito a fare sia scuola che calcio. Mi sono diplomato, ho fatto un bel percorso. Sono arrivato nel calcio dei grandi anche precocemente e questo mi ha fatto crescere.

Materia preferita?

Educazione fisica vale? Una in particolare no… In italiano e grammatica ero bravo.

Scaramanzie prima della partita?

Sì, ho molti riti, sono molto scaramantico. Non li dico però, vi do solo l'indizio di fare attenzione al momento in cui entro in campo.

Sui capelli.

Ho tre parrucchieri tra Roma, Savona e il mio paese, se i vostri figli vi chiedono di fare i capelli come i miei portateli lì. Non ci metto niente a pettinarmi i capelli la mattina, con il phono. Ci vuole anche la cera, non il gel liquido, e la lacca.

La fasciatura in testa col Sassuolo?

Ho preso una testata da un difensore, mi si è aperta la testa e usciva il sangue. Fortunatamente poi non è più uscito sangue, potevo anche non metterla. Lo avevo detto al dottore, non sarebbe durata 10 secondi, era fastidiosa.

Quando hai pensato che ce l’avevi fatta?

Un momento esatto non c’è. E’ avvenuto tutto velocemente e naturalmente. Quando ho esordito a 16 anni è stato un momento significativo in cui ho pensato che forse qualche possibilità c'era. Era l’84’ di Chievo-Genoa, Jankovic aveva i crampi e Gasperini mi ha mandato in campo. Era la partita prima delle feste di Natale. La partita è finita 1-0 per noi con gol di Olivera, è stato un esordio da sogno, 21 dicembre 2008.

Come è nata la passione per il calcio?

Ancora prima di andare in una squadra, papà me l’ha trasmessa sui campetti di strada. Ci sono riandato poco tempo fa con i miei migliori amici, è stato particolarmente bello. Ho iniziato a giocare a 5-6 anni, lì ho fatto 10 anni e poi sono andato al Genoa. Poi ho fatto il settore giovanile con il Genoa, ho vinto uno scudetto, poi l'esordio in prima squadra e in seguito sappiamo tutti come è andata.

La prima volta allo stadio?

Non me lo ricordo, ero nel passeggino. Mio papà mi ha portato a vedere il Genoa a Marassi, in famiglia siamo tutti del Genoa. Poi ho fatto il raccattapalle, lo stadio è bellissimo.

Piatto preferito?

Vado matto per le trofie al pesto. A Roma invece mi piace la cacio e pepe. Non me l’aspettavo.

Hai mai provato cibo cinese? Ti piace?

Il classico riso alla cantonese.