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Dzeko: “Ho sempre creduto in me. Ora sto giocando la miglior stagione della mia carriera”

Parla il bosniaco: "Sarebbe stato più semplice andare via, ma sono voluto restare con la speranza di confermare le mie qualità e ce l'ho fatta. Le critiche c'erano, ma erano giuste e mi hanno fortificato"

Melania Giovannetti

Trentatré gol in stagione, con ancora 8 partite a disposizione per far crescere ancora di più quel numero. Il primo consapevole della straordinarietà della sua annata è proprio lui, Edin Dzeko. "Forse ora sto giocando la miglior stagione della mia carriera", afferma candidamente il centravanti della Roma in un'intervista rilasciata ai microfoni di sport.blic.rs.

LA RINASCITA DI EDIN - Soltanto dodici mesi fa, nessuno si sarebbe mai aspettato un exploit del genere. Nessuno tranne Dzeko: "La mia storia è fatta di sogni. Io sono così, ho sempre creduto in me stesso. La mia stagione a Roma, la prima, non è stata il massimo per una serie sfortunata di circostanze. Ho cambiato metodi di allenamento, città e stile di gioco, avevo bisogno di un periodo di adattamento. Sarebbe stato più semplice andare via, ma sono voluto restare con la speranza di confermare le mie qualità e ce l'ho fatta. Le critiche c'erano, ma erano giuste e mi hanno fortificato". Adattamento è la parola chiave della rinascita di Dzeko. Dopo un anno con più ombre che luci, il bosniaco ha scoperto i segreti della Serie A, in particolare delle difese avversarie: "Ogni campionato è diverso. In Italia ho incontrato un diverso tipo di difesa. Inghilterra culla del calcio totale, si corre molto. La Bundesliga meno, ma è attraente".

NAZIONALE ATTUALE E... IPOTETICA - Nell'intervista, Dzeko si sofferma anche sulla sua Bosnia: "Le prospettive sono ottime. Stiamo lentamente ringiovanendo la squadra, abbiamo diversi giovani calciatori nei top campionati europei che stanno mostrando le loro qualità. Per noi sarebbe importante qualificarci ai Mondiali in Russia per spianargli la strada". Le prospettive sarebbero decisamente migliori se esistesse una nazionale composta da calciatori provenienti dai paesi dell'ex Jugoslavia: "In tutti i ruoli saremmo coperti da almeno due calciatori di grande qualità, forse addirittura 3. La nostra regione è una fucina di talenti da cui pescano tutti i maggiori campionati europei. In Italia, Inghilterra, Germania e Spagna giocano tantissimi calciatori che provengono dall’ex Jugoslavia e spesso sono tra i migliori della loro squadra". Tra cui tre suoi grandi amici: "Kolarov mi ha accolto a Manchester, grazie a lui mi sono adattato rapidamente. Ho un ottimo rapporto con lui, così come con Jovetic e Savic".

IL FUTURO - Il presente dice Roma, ancora non è tempo per pensare al futuro: "Non so cosa mi riserverà, aspetto quello che mi darà la vita. Dove vorrei terminare la carriera? Troppo presto per pensarci!". Chissà, magari allo Zeljeznicar: "Il club del mio cuore, la mia prima squadra. Ma sono stato benissimo anche in Repubblica Ceca, così come in Germania e in Inghilterra. Ora mi godo l’Italia".