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Doumbia: “Garcia mi ha fatto giocare quando non ero pronto”

Al CSKA Mosca il centravanti ivoriano è rinato: ben 9 gol in 10 presenze. "A Roma i tifosi hanno iniziato a fischiarmi sin dalla prima presenza, e da lì non si sono più fermati fino alla mia partenza" ha affermato l'ex giallorosso

Melania Giovannetti

Due gol in 4 mesi a Roma, ben 9 in poco più di 30 giorni a Mosca. La sintesi del 2015 di Seydou Doumbia non può che essere questa. Acquistato dalla società giallorossa nella scorsa sessione di calciomercato invernale dal CSKA Mosca per ben 14,4 milioni di euro, il centravanti ivoriano ad agosto ha fatto le valigie nuovamente per tornare proprio da dov’era partito, questa volta in prestito. Un addio senza rimpianti, quasi una liberazione. In Russia, però, la trasformazione inaspettata che ha sorpreso persino i più scettici sul suo reale valore.

“FISCHI DAL PRIMO ALL’ULTIMO GIORNO” – Dal ritiro della Costa d’Avorio, dove si trova insieme al giallorosso Gervinho per disputare una sfida amichevole contro il Marocco (in programma il 9 ottobre), Doumbia si è confessato ai microfoni del portale “Jeune Afrique”. Dopo aver commentato il periodo di transizione della sua nazionale, inevitabile parlare della sua rinascita a Mosca in seguito all’esperienza romana: “Non riesco ad immaginare un mio ritorno a Roma – afferma Doumbia – Anche se ho ancora due anni e mezzo di contratto con il club italiano, credo che troveremo un accordo. Lì è andata male. I tifosi hanno iniziato a fischiarmi sin dalla prima presenza, e da lì non si sono più fermati fino alla mia partenza”. L’ivoriano, dopo mesi, cerca di trovare una giustificazione: “Il perché dei fischi? Il mister, Rudi Garcia, mi ha fatto giocare appena rientrato dalla Coppa d’Africa. Probabilmente non ero ancora pronto”.

“CSKA LA MIGLIORE SOLUZIONE” – Il ritorno in Russia è stata una boccata d’aria fresca per Doumbia: “E’ stata la miglior soluzione. Conoscevo molto bene il club e il campionato russo. Avevo bisogno di giocare per continuare ad essere convocato dalla nazionale. Sono tornato sei mesi dopo la mia partenza ed è come se non me ne fossi mai andato, non è cambiato niente. Avevo lasciato la Russia perché credevo che quello fosse il momento di scoprire un altro campionato. Sarei potuto andare in Inghilterra”. Ma alla fine la scelta è ricaduta sulla Serie A e sulla Capitale: “Ho scelto la Roma perché l’allenatore è francese, ma anche per Gervinho, mio connazionale. In giallorosso non è andata, ma è possibile che un giorno farò un nuovo tentativo in uno dei maggiori campionati europei”.